Il suono di Temirkanov
La Filarmonica di San Pietroburgo torna al Bologna Festival con Rimskij-Korsakov e Mahler
Recensione
classica
Le prime note di “Shéhérazade” risuonano scure e dense come lava che esce dal centro della terra; ed è subito chiaro che sta iniziando un concerto memorabile. Yuri Temirkanov e la sua Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo sono da anni ospiti privilegiati del Bologna Festival, sempre festeggiatissimi dal pubblico che è corso in massa anche per questo concerto straordinario, fuori abbonamento.
I 110 strumentisti che si assiepano sul palcoscenico dell’Auditorium Manzoni sono una macchina musicale perfetta: non una sbavatura, non un cedimento, artefici di un suono sempre turgido, carnale, che ti senti scorrere fisicamente sul volto. Gli archi marciano come un battaglione compatto, invincibile, e i fiati sono stendardi multicolore che si ergono superbi; li guida dallo scranno del primo violino capitan Lev Klychkov con una fierezza di suono impressionante, che nei tanti assoli può tener testa all’intera orchestra.
Ma sul podio c’è un uomo apparentemente mite, capace di ridare umanità a tanta perfezione tecnica. Il suo gesto anticonvenzionale, sempre morbido, a mani nude, plasma dinamiche e agogiche con la massima naturalezza: e t’affascina quel continuo cambiamento di tactus, specie quando la partitura indugia su temi popolareggianti, sciorinati con voluttuosa libertà ritmica.
I cultori di Temirkanov, che lo adorano nel repertorio russo, lo attendevano alla prova del sinfonismo tedesco, così poco praticato nelle tournée italiane: non i classici Beethoven o Brahms, ma l’estroverso Mahler, e quello più caleidoscopico del “Titano”, cioè il meno lontano dalla tavolozza orchestrale di Rimskij-Korsakov. Ma qui è accaduto l’imprevedibile: Dioniso è rimasto in camerino, cedendo lo scettro ad Apollo. Ed ecco un Mahler insolitamente luminoso e composto, dove sensualità ed ebbrezza venivano rimpiazzati da geometria e rigore: una lettura a cui siamo certo poco abituati, che ti apre la mente verso nuovi lidi estetici.
Note: Foto © Roberto Serra. Programma: NIKOLAJ RIMSKIJ-KORSAKOV, "Shéhérazade", suite sinfonica op- 35; GUSTAV MAHLER, Sinfonia n. 1 in re maggiore "Titano"
Interpreti: Lev Klychkov, primo violino
Orchestra: Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo
Direttore: Yuri Temirkanov
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