Il ritorno di Ariosti
A Siena interessante recupero archeologico
Recensione
classica
Attilio Ariosti fu uno degli operisti italiani in competizione con Haendel a Londra, però questo non è gli bastato ad attirare l'attenzione dei moderni e l'unica sua opera tornata sulle scene in anni recenti è - salvo errore - proprio La fede ne' tradimenti. La prima rappresentazione ebbe luogo a Berlino nel 1701 ed effettivamente la si direbbe un'opera in bilico tra due secoli. Rimandano all'opera veneziana del Seicento l'accompagnamento delle arie spesso limitato al solo continuo, la scrittura vocale relativamente semplice, la condotta contrappuntistica dei duetti. Anticipano il nuovo stile settecentesco il predominio delle arie col da capo, il tono elevato dei recitativi, l'uso degli strumenti concertanti. Nonostante alcuni "numeri" memorabili - pensiamo in particolare le due arie lente, cantabili e patetiche di Fernando in carcere - manca ad Ariosti il dono di cogliere la personalità dei personaggi e la situazione drammatica, come invece riesce benissimo a Vivaldi, Haendel, Porpora, Pergolesi. Certamente il libretto di Girolamo Gigli non aiuta: le arie raramente propongono degli affetti e sciorinano massime e sentenze, che, sebbene argute, non offrono molti appigli alla musica. Si esce comunque dal teatro soddisfatti di aver colmato una lacuna nella propria cultura. L'Europa Galante diretta da Fabio Biondi è una garanzia e i cantanti - quattro in tutto - sono ben collaudati specialisti barocchi: Roberta Invernizzi, Lucia Cirillo, Johannes Weisser e Marianne Beate Kielland, che appare la più convincente anche perché il suo personaggio -Fernando - è il più interessante. Denis Krief idea uno spettacolo sobrio e lineare, che rifiuta intelligentemente stucchi dorati e altri fronzoli barocchi e corrisponde pienamente al carattere dell'opera.
Interpreti: Marianne Beate Kielland, Roberta Invernizzi, Lucia Cirillo, Johannes Weisser
Regia: Denis Krief
Scene: Denis Krief
Costumi: Denis Krief
Orchestra: Europa Galante
Direttore: Fabio Biondi
Luci: Denis Krief
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