Il Maggio è contemporaneo
Saariaho e Harvey con Francesco Dillon e Peter Rundel
Recensione
classica
Al 79° Maggio Musicale Fiorentino è in corso il ciclo di concerti “classiCONtemporaneo” che impagina insieme novità per l'Italia di Lachenmann, Stockhausen, Saariaho, Harvey, Glass, De Pablo, Pousseur, Scelsi, Campogrande, perle di Novecento Storico, Albeniz, Falla, Respighi, Casella, e i grandi classici. Il concerto diretto da Peter Rundel vedeva nella prima parte Francesco Dillon solista per “Notes on Light” per violoncello e orchestra di Kaija Saariaho (2007) e “Curve with Plateaux” per violoncello solo di Jonathan Harvey (1982). Pezzi accomunati da un'indagine sul suono condotta in profondità ma senza violazioni alla storia e all'idioma dello strumento. Si ammirava come sempre la virtuosistica capacità dell'autrice di “L'amour de loin” di dare alla sua musica bagliori boreali e iridescenti, in un continuum sonoro senza rotture ma non senza sussulti, e di integrarvi con eleganza il tratto solistico, in una logica costruttiva di debussyano racconto della luce. Ma ci ha colpito forse di più la pagina di Harvey, con la sua esplorazione della curva della gamma, dal grave al superacuto al grave, per la tensione espressiva che faceva tutt'uno con il riferimento ad altre civiltà e spiritualità, tra esplorazioni microintervallari e arcani rintocchi. Bravo e persuasivo come sempre Francesco Dillon, molto festeggiato. Nella seconda parte, Rundel ci ha proposto una sua Terza brahmsiana incisiva, all'inizio forse un po' spigolosa - soprattutto per noi avvezzi al Brahms sontuoso e sereno di Zubin Mehta - ma che poi ci è piaciuta proprio per la forza e la passionalità dei suoi contrasti. Orchestra in forma (citiamo per tutti il primo clarinetto Riccardo Crocilla) e buon successo.
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
classica
A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln