Il teatro buffo italiano tra “Don Pasquale” e “Falstaff” mancò di capolavori, non certo di drammi giocosi, e magari anche ben scritti. In quest’ottica va letto l’allestimento proposto in prima esecuzione moderna al festival della Valle d’Itria di Martina Franca del maggior successo di Antonio Cagnoni. Il suo “Don Bucefalo”, parodia del maestro di cappella borioso e spietato, fu per trentacinque anni (dal 1865 al 1890, data dell’ultima rappresentazione) il cavallo di battaglia del basso buffo Alessandro Bottero, la cui abilità giovò a sua volta a quest’opera nata nel 1847 come saggio di un diciannovenne neodiplomato in composizione al conservatorio di Milano. Cagnoni fa man bassa di Donizetti e Rossini, consapevolmente. “Classici miei, scusatemi s’io seguii la corrente in questo brano”, canta Don Bucefalo nel scena della sinfonia del secondo atto, ancor più esilarante nell’interpretazione del basso Filippo Morace, che s’inserisce alla perfezione nella brillante e vorticosa regia di Marco Gandini che ambienta la vicenda nella provincia romana dei Cinquanta e dei “peplum”. Tra i numeri della partitura, c’è da segnalare l’accordatura dell’orchestra, una vera parentesi aleatoria, ma controllata, in una partitura di metà Ottocento. I virtuosismi belcantistici sono valorizzati da una buona compagnia di giovani interpreti, tra cui spiccano il soprano Angelica Girardi e il tenore Francesco Marsiglia, con il direttore Massimiliano Caldi in ottima forma. Ben più significativo, sul piano musicologico, il recupero del sofisticato “Re pastore” di Piccinni, valorizzato dalle finezze di direzione di Giovanni Battista Rigon, nonostante la lenta regia e la scelta, poco felice, di sostituire i castrati con un sopranista (Massimiliano Arizzi) e un controtenore (Razek François Bitar).
Note: Si replica il 22, alle 21, nel chiostro di Palazzo Ducale. Info www.festivaldellavalleditria.it
Interpreti: Filippo Morace (Don Bucefalo), Angelica Girardi (Rosa), Francesco Marsiglia (Il Conte di Belprato), Mizuki Date (Agata), Francesca De Giorgi (Giannetta), Massimiliano Silvestri (Carlino), Graziano De Pace (Don Marco)
Regia: Marco Gandini
Scene: Italo Grassi
Costumi: Silvia Aymonino
Orchestra: Internazionale d'Italia
Direttore: Massimiliano Caldi
Coro: Slovacco di Bratislava
Maestro Coro: Pavol Prochazka
Luci: Antonio Macchitella