I virtuosismi percussivi di Amadinda

Roma: percussionisti ungheresi si destreggiano tra Cage, Reich e sonorità africane

Recensione
classica
Auditorium Parco della Musica Roma
04 Dicembre 2010
"Per sonare con ogni sorte di oggetti" così forse avrebbe scritto Girolamo Frescobaldi a commento di una partitura come "Branches" di John Cage, visto lo strumentario anticonvenzionale previsto per gli esecutori. L'Amadinda Percussion Group si è cimentato con particolare bravura in questa e nelle altre partiture in programma al Parco della Musica, in uno dei più curiosi appuntamenti della stagione 2010-2011 di "Contemporanea". I tre musicisti ungheresi, coi quali per l'occasione hanno collaborato altri tre artisti conterranei, dal 1984 non solo rappresentano un punto di riferimento per il repertorio contemporaneo - visti gli intensi rapporti avuti con i compositori del calibro di Cage, Kurtag, Ligeti e Reich - ma si sono anche spinti in una ricerca delle radici etniche della percussione. Il concerto dunque è stato in parte dedicato ad avvincenti tratte dalla tradizione dello Zimbabwe e dell'Uganda, ma non meno interessanti sono state le esecuzioni dei brani europei, in un contesto dove, ancora una volta, è emersa la fondamentale importanza dell'ascolto dal vivo della musica, tanto più di questa musica. Molto applaudito "Gamelan-bound" di Aurél Holl, peraltro anche uno degli artisti ospiti impegnato nell'esecuzione, pagina destinata a un nutrito ensemble percussivo in cui prevalevano le sonorità del 'gamelan' giavese, ma l'attesa forte era per la prima italiana del 'Mallet Quartet' di Steve Reich, opera che in parte strutturata su figurazioni di carattere armonico affidate a due marimba basso e a due xilofoni. Anche qui l'incredibile intesa tra i componenti è stata di premessa per rendere al meglio una pagina di straordinaria freschezza e vitalità, con cui Reich sembra rassicurare sulle possibilità creative che la musica del sec. XXI ancora possiede.

Interpreti: Amadinda Percussion Group: Aurél Holló Zoltán Rácz Zoltán Váczi artisti ospiti: Lajos Tóth László Tömösközi Mátyás Szabó

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