Guitar gentleman
John Renbourn al FolkClub per uno degli eventi della stagione del venticinquennale
Recensione
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Quando si dice un evento: John Renbourn, 68 anni suonati (alla grande) e un posto di rilievo nell’Olimpo dei chitarristi folk britannici (e non solo) del Novecento, non si esibisce spesso in pubblico e non fa più tour. Ma quando il FolkClub l’ha invitato a Torino per celebrare i 25 anni della propria attività, non se l’è fatto ripetere due volte e, salito - in solitaria! - sul suo furgoncino, è partito dalle fredde terre scozzesi per approdare nelle fredde terre padane per uno dei concerti più attesi della stagione del piccolo club torinese, dove mancava da sei anni, e dove si è esibito per la prima volta nei primi anni Novanta.
Che dire? Forse le dita di questo musicista che – con e senza i Pentangle, band chiave del folk revival britannico degli anni Sessanta e Settanta – ha scritto pagine indelebili nella storia del pop (nel senso più alto e ampio del termine) non sono più precise e veloci come nei giorni di gloria; forse la sua voce ha perso brillantezza; forse il suo repertorio è meno sperimentale e contaminato rispetto ai tempi di [i]Sir John Alot[/i] e [i]The Lady and the Unicorn[/i]; e forse i suoi occhiali da vecchio gentleman e il loro brutto vizio di scivolare sul naso sono soltanto la manifestazione più evidente di un’età che raramente permette performance esenti da pecche. Ma sono proprio queste piccole imprecisioni, queste umanissime imperfezioni, ad aver reso indimenticabile un concerto sold out in cui Renbourn ha dato, per ben due ore e in totale solitudine, il meglio di sé, trovandosi a proprio agio tanto con i [i]traditional[/i] d’Albione quanto con i blues americani. Nel corso dell’esibizione c’è stato spazio anche per la classicissima "Anji" di Davey Graham, che insieme a Bert Jansch, anch’egli nei Pentangle, e allo stesso Renbourn, l’unico ancora in vita, compone la sacra trimurti del fingerpicking d’oltremanica, e per la dylaniana "Buckets of Rain". Una serata meravigliosa e forse irripetibile, che rimarrà a lungo nella memoria di chi ha avuto la fortuna di assistervi.
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