Giro di danza fra opera e jazz
Rea e Boltro a braccetto con Rossini e Bellini per il festival di Roma
Recensione
jazz
Giocare con quel prezioso materiale che è costituito da alcune pagine tratte dal repertorio dell'opera lirica, destrutturandolo e riducendolo agli elementi di base per poi restituirlo al pubblico emotivamente amplificato: questo in fondo il senso del progetto al quale hanno lavorato Danilo Rea e Flavio Boltro, concretizzatosi prima in un cd ("Opera", Act) e ora in un concerto, inserito nel cartellone del Roma Jazz Festival 2011. Al Parco della Musica, davanti a una platea non gremitissima ma piuttosto attenta, Rea e Boltro hanno confermato la perfetta e piacevole intesa tra i loro due strumenti, con un risultato ancor migliore che nel disco, come del resto la natura altamente improvvisativa del loro suonare lasciava prevedere. Unico neo: l'amplificazione del pianoforte, assegnata a delle casse troppo alte e distanti dallo strumento, come dire che Rea stava al centro del palcoscenico ma quello che suonava proveniva da tutt'altra parte. Emozionanti i tortuosi percorsi sonori che portavano a perle come la pucciniana "E lucean le stelle", magari partendo dall'Ouverture della "Gazza Ladra" di Rossini; proprio con le pagine dell'artista pesarese la tromba di Boltro e il pianoforte di Rea si sono lanciati in vere evoluzioni virtuosistiche, tra note ribattute, glissandi imprevedibili e quant'altro di meglio per tener fede agli effetti del famoso crescendo rossiniano.
Altre volte, come nella "Vaga luna" di Bellini, il semplice sussurro di una tromba o le poche note che nel pianoforte si sovrappongono tra di loro, hanno raggiunto un obiettivo sul quale - forse - all'inizio in pochi avrebbero scommesso: quello di lasciare che opera e jazz si abbracciassero in un tenero ma anche vorticoso giro di danza.
Interpreti: Flavio Boltro, tromba Danilo Rea, pianoforte
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