Festa grande al Liceu
Il Gran Teatro Liceu di Barcellona celebra il 175° anniversario dalla sua fondazione con un sontuoso concerto
Dalla sua fondazione ad oggi, il Gran Teatro del Liceu è sopravvissuto a guerre mondiali e civili, bombe, pandemie, ed ora che si celebrano i suoi 175 anni, l’istituzione festeggia con un sontuoso concerto. Sul palcoscenico grandi nomi come Lisette Oropesa, Sondra Radvanosky, Ludovic Tézier, Michael Fabiano, Giacomo Prestia, Airam Hernández, Raúl Giménez (tutti diversi dal primo annuncio dell’evento, che avrebbe voluto, tra gli altri, Anna Netrebko). La direzione di Marco Armiliato è accurata nel delineare musicalmente, nelle rispettive specificità, il programma di tre scene da tre opere antitetiche tra loro, eppure ben calibrate nel confezionamento della serata: l’atto II di Macbeth, la “scena della pazzia” di Lucia di Lammermoor e il secondo quadro del secondo atto di Turandot.
La Lucia di Lisette Oropesa resta nella memoria come un momento sospeso nel tempo, con le sue cadenze perfette, acuti torniti, puntature cinguettate. Sondra Radvanosky si conferma penetrante Lady Macbeth e Turandot, a pochi mesi dal debutto di entrambi i ruoli, con la sua calda voce brunita, dalle coloriture salde e volumi vibranti che non perdono mai brillantezza. Colpiscono Giacomo Prestia nel suo ottimo Banquo, e Ludovic Tézier, fine interprete di Macbeth e Enrico Ashton.
La forma semiscenica dell’esecuzione era affidata a Valentina Carrasco, che omaggia la storia del teatro con riferimenti alle tante e tante opere che si sono susseguite sul prestigioso palcoscenico. Elegante, fastosa e di grande effetto tanto quanto essenziale, con niente più che manichini, costumi, qualche oggetto di scena e giochi di luce ben calibrati (a cura di Peter Van Praet), culmina nelle proiezioni in bianco e nero a corredo di “Nessun dorma”. Durante il bis “premeditato”, Michael Fabiano commuove, mentre alle sue spalle scorrono immagini del Teatro dalla sua fondazione ad oggi: bombardato, sventrato, messo insieme alla meglio per concerti tra le macerie, grazie all’impegno di tutti i suoi lavoratori è stato e continua ad essere un punto di riferimento culturale per la città.
Il risultato è un teatro stracolmo, calorosissimo, con minuti e minuti di applausi a scena aperta all’unisono e in piedi da tutta la sala.
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