A Ferrara, il Concert d'Astrée e Mozart demitizzato
Louis Langrée e la voce di Natalie Dessay per un Mozart felicemente "domestico" a Ferrara Musica
Recensione
classica
Nel 250. mozartiano sta accadendo: letture "domestiche", demitizzate, odorose dei legni di palazzo viennese, destinate per una volta a non schiacciarti di fronte all'incommensurabile (chiave di lettura, quest'ultima, amatissima nei tempi odierni, quanto nefasta). Louis Langrée, francese di Glyndebourne, dirige col braccio destro alla spalla, infortunato nel pomeriggio. Infinite bracciate col sinistro, ed è un piacere la lettura fluente e generosa del Concert d'Astrée, uno dei complessi francesi in voga, uniti un po' tutti da una cifra di stile: la garbata francesizzazione d'ogni repertorio. La "Jupiter", che Ferrara Musica offre al pubblico del Teatro Comunale - venuto per ascoltare Natalie Dessay - accanto alla Messa in do minore K427, più che di deità profuma appunto di afflati borghesi, ed è lettura per certi versi illuminante; demitizzata - e per altri versi, data la noia delle orchestre-macchina, ciò non è nemmeno troppo male - è anche la caratura di corni e legni in patente affanno d'intonazione.
Eccellente la versione della Messa, che si vuole anche "Solenne". Langrée ne scova, senza far troppa fatica, per la verità, gli echi anticipatori del Requiem nel Kyrie e nel Qui Tollis e conduce con grande equilibrio il più laico concertare del Quoniam e del Benedictus. "Non ostanti" gli strumenti classici, l'esito è imponente, aiutato dall'ottimo coro e dall'ottima prova delle voci di Karine Deshayes, Robert Murray e Andrew Foster-Williams. Su tutti Natalie Dessay, che punta al sublime con formidabile controllo nel registro acuto e timbra in maniera étonnante al grave le note del Christe. Trionfo, bis.
Interpreti: Natalie Dessay, Tuva Semmingsen, Robert Murray, Andrew Foster Williams
Orchestra: Le Concert d'Astrée
Direttore: Emmanuelle Haïm
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A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln