The European Chinese Chamber Orchestra conquista Città di Castello

Si apre il Festival 2019 dedicato alla Repubblica Popolare Cinese

The European Chinese Chamber Orchestra (Foto Monica Ramaccioni)
The European Chinese Chamber Orchestra (Foto Monica Ramaccioni)
Recensione
classica
Chiesa di San Domenico, Città di Castello (PG)
The European Chinese Chamber Orchestra
25 Agosto 2019

Forse non casuale che il concerto inaugurale del Festival delle Nazioni 2019 – dedicato quest’anno alla Repubblica Popolare Cinese – si sia aperto con un’esecuzione dell’Ouverture dal Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, trascritto per la formazione strumentale protagonista della serata, The European Chinese Chambers Orchestra: cinque strumenti ad arco e due corni suonati da musicisti nati nel paese asiatico che oggi sono impegnati in importanti formazioni orchestrali del vecchio continente. Se chiaro è risultato l’omaggio dei musicisti cinesi a un compositore sicuramente rappresentativo del nostro paese, ha fatto il suo bell’effetto anche il gioco prismatico al quale la trascrizione – di cui non è stato indicato l’autore – ha sottoposto il materiale musicale originario, lasciato immutato nella sostanza ma ripensato attraverso una nuova veste strumentale. Così l’assolo iniziale è stato proposto non dal consueto violoncello ma dal violino, mentre l’inconfondibile squillo di trombe con cui si apre l’allegro vivace conclusivo non ha visti impegnati i due corni (come magari ci si poteva aspettare) bensì il quintetto di archi. Uno stimolante gioco di scambio di parti che è stato al contempo segnale del livello raggiunto dalla cultura musicale cinese nel riuscire ad assimilare al proprio interno il linguaggio del repertorio classico occidentale.

Dopo la trascinante sinfonia rossiniana il programma ha dato spazio ai nomi più rappresentativi del classicismo viennese, dal Sestetto op. 81b di Beethoven al divertente Ein musikalischer Spass di Mozart – brani in cui erano presenti sulla scena tutti e sette gli esecutori – cui si è aggiunto all’inizio della seconda parte il Quartetto per archi op. 74 n. 3 di Haydn. Complessivamente gradevole l’esecuzione che è stata proposta di questi brani, un po’ penalizzata dall’acustica dispersiva della Chiesa di San Domenico ma sicuramente apprezzata dal pubblico di Città di Castello. Il gruppo è tuttavia sembrato sfoderare una marcia in più quando ha proposto un brano che prendeva in prestito i materiali sonori della tradizione cinese – Celebrazione del raccolto, un effervescente galops critto da Jing-Ping Zhan arrangiato dal violinista Yi-Wen Jiang – nel quale tutto il talento tecnico ed espressivo di questi esecutori si è manifestato in modo più convincente. Risultato raggiunto anche nel bis, anche qui tratto dalla tradizione cinese, accolto con sinceri e prolungati applausi dagli ascoltatori accorsi per l’apertura della 52a edizione di questo importante festival umbro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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