E il "reality" va in scena...

Ormai da anni il teatro Comunale di Modena commissiona meritoriamente una nuova opera di teatro musicale a stagione, dedicato ai giovani. Questa volta è la coppia Tutino-Di Leva a confrontarsi con la lettura tatrale della favola "La Bella e la Bestia": loro la definiscono "reality-kabarett", ma sulla scena c'è soprattutto molto mestiere nel confezionare il miscuglio musicale che contrappunta una comicità spicciola. Gli artisti si sono impegnati e il pubblico ha applaudito.

Recensione
classica
Teatro Comunale Modena
Marco Tutino
04 Dicembre 2005
Continua con meritoria determinazione la politica delle nuove commissioni del Comunale di Modena, che ormai da anni produce una nuova opera di teatro musicale ogni stagione, espressamente dedicata al pubblico più giovane. Quest'anno l'incarico è stato affidato a Marco Tutino che, assieme a Giuseppe Di Leva, ha confezionato uno spettacolo di "reality-kabarett" ispirato alla fiaba "La Bella e la Bestia". Soggetto sicuramente interessante ma la lettura offerta è parsa nel complesso confusa. Certo, si voleva parlare ai ragazzi delle scuole e l'idea era quella di trasformare la favola in uno dei "reality show" che imperversano sui nostri canali televisivi. Ma, si può davvero avvicinare i giovani al teatro musicale scimmiottando la televisione? Forse... Comunque, la trasposizione teatrale dello studio televisivo metteva in scena tutti i luoghi comuni del caso: velina-stupidina, presentatore-imbonitore, "parenti-serpenti", e così via. La storia è quella di Bestia, uomo-mostro contemporaneo, che ospita nella "casa mediatica" una concorrente che ha tempo due settimane per decidere se andarci a letto (e vincere un milione di euro) o no. Bella è la concorrente che alla fine si innamora e accetta: felici i parenti presenti in studio per la vincita in denaro, delusa lei quando scopre che il "mostro" è un attore travestito. La scena è funzionale - regia di Damiano Micheletto - con un continuo gioco tra televisione e teatro, o teatro nel teatro attraverso la televisione: schermi sullo sfondo della scena che ora riprendono ciò che accade sul palcoscenico, ora diventano le stanze della "casa", o ancora collegamenti "esterni" che rimandano le riprese in diretta dalla platea del teatro. Tutino voleva mettere in questo lavoro "la peggiore musica possibile", ma non ci è riuscito. Infatti, se il dato "triviale" è emerso dal miscuglio di generi scaturito dall'orchestrina sulla scena - diretta da Paolo Andreoli al pianoforte - a tratti la qualità della scrittura si faceva sorniona, ammiccante. Poco della valenza straniante di una lettura distaccata e ironica nei confronti della televisione-spazzatura, ma molto mestiere e una comicità spicciola più vicina al cabaret di "Zelig". Vista la presenza all'inizio di fotogrammi - la "sigla" del reality - del film di Cocteau, possiamo dire che pareva di star di fronte a una brutta copia di un film come "Ricordati di me" di Muccino trascritta per teatro. In scena, comunque, gli artisti si sono impegnati e hanno raccolto un caloroso successo di pubblico: che sia veramente la strada giusta per il teatro musicale?

Note: Opera commissionata dalla Fondazione Teatro Comunale di Modena. Prima esecuzione assoluta

Interpreti: La Bella Elena Rossi La Bestia Gianfranco Montresor Egisto, il babbo Danilo Formaggia Jessica, la sorella Alessandra Giudici Nadia Luisa Cottifogli Il conduttore Luca Altavilla L'intervistatore Silvia Paoli

Regia: Regia e luci Damiano Michieletto

Scene: Paolo Fantin, Cristina del Zotto

Costumi: Paolo Fantin, Cristina del Zotto

Orchestra: ENSEMBLE DA CAMERA DEL TEATRO COMUNALE DI MODENA

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