Domingo shakespeariano
A Madrid il Macbeth diventa una festa
Recensione
classica
Il Teatro Real ha festeggiato il suo beniamino Plácido Domingo, con tre rappresentazioni del Macbeth di Verdi allestite in forma semi-scenica, cioè con orchestra nel fosso, effetti di luce, coro sempre presente in scena e solisti in abiti da concerto, ma dotati di alcuni oggetti simbolici (spade, pugnali, corone, ecc.) e liberi di recitare sul palco. Diciamo subito che nel ruolo del protagonista Domingo ha impressionato per la forza drammatica con cui ha reso l’inabissarsi del suo personaggio, i suoi deliri e gli improvvisi scatti d’orgoglio, una forza che ha avuto il suo corrispettivo vocale in un’interpretazione tesa allo spasimo, in grado di sfruttare espressivamente anche le limitazioni di fiato che l’età (76 anni) porta con sé. Il timbro tenorile inoltre ha aggiunto un che di eroico al personaggio, così che l’inserzione delle ultime battute della versione fiorentina, cassate da Verdi nella sua revisione definitiva, sono parse drammaturgicamente più plausibili. Anche Anna Pirozzi ha convinto per l’autorevolezza con cui ha affrontato l’impervio ruolo di Lady Macbeth: la sua scena del sonnambulismo ha stupito per l’improvviso cambio nella vocalità, passata dalle asprezze taglienti dei primi tre atti alle evanescenze quasi fanciullesche con cui ha reso la demenza della protagonista. Se si aggiungono le buone interpretazioni di Ildebrando D’Arcangelo come Banco e di Brian Jagde come Macduff (quest’ultimo un po’ troppo preso dalla potenza della propria voce), la sicurezza e la scioltezza della direzione di James Conlon e l’ottima prestazione del coro (seppur più a suo agio nei cori spiritati e leggeri che in quelli drammatici, cantati più con durezza che con pathos), il verdetto dovrebbe essere risolutamente positivo. Eppure, nonostante l’indubbio successo e il senso di aver partecipato a un evento, la somma in questo caso non fa il totale, perché non può dirsi che l’opera di Verdi sia venuta fuori. Forse è perché, lasciati registicamente a briglia sciolta, i cantanti hanno tirato ognuno dalla sua parte, dando un senso centrifugo a un’opera che è invece una traiettoria implacabile, coronata dall’esplosione di giubilo finale. O forse Conlon, maestro di transizioni ed equilibri sinfonici, non ha però saputo infondere il giusto fuoco all’alternanza di contrasti e lampi improvvisi su cui vive la drammaturgia verdiana. Ma la spiegazione giusta è forse che, nonostante la bravura di tutti, la truculenta tragedia messa in scena abbia finito per passare in secondo piano, scalzata dall’atmosfera di gala d’opera e di festa che aleggiava in sala.
Interpreti: Macbeth: Plácido Domingo Banco: Ildebrando D´Arcangelo Lady Macbeth: Anna Pirozzi Macduff: Brian Jagde
Direttore: James Conlon
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