Mai entrata davvero nel repertorio, da qualche anno
Daphne è diventata oggetto di interesse delle grandi firme della regia di area tedesca. Spogliata dell’aura del mito, la ninfa si sdraia sul lettino dell’analista e si apre a prospettive inedite. Qualche stagione fa a Francoforte Claus Guth, intrecciando abilmente piani temporali distanti, faceva rivivere nel ricordo di una Dafne ormai anziana una violenza sessuale subita in gioventù. Christof Loy è attratto piuttosto dalla patologia di Dafne, che per gli uomini mostra un’autentica repulsione (come Catherine Deneuve nel film di Roman Polanski, evocato non a caso dal regista). All’atemporalità del mito ovidiano, Loy preferisce un’ambientazione anni Trenta in una Baviera ruvidamente rurale e pagana, evocata nei costumi di Ursula Renzenbrink più che nel minimalismo della scena quasi spoglia di Annette Kurz. Più che lo stupro paterno appena suggerito, è la brutalità dei riti maschili che esaspera l’antopofobia di Dafne e la spingono nell’abisso della follia omicida. Coerente e rigoroso, lo spettacolo lascia un po’ perplessi per un certo estremo realismo.
Riuscitissima la realizzazione musicale guidata con mano esperta dal veterano Hans Drewanz, assistente in gioventù di Georg Solti, straussiano di rango. Punti di forza: l’equilibrio fra espansione lirica e slancio drammatico, l’attenzione al cesello strumentale, il bilanciamento fra orchestra e voci. Voci che vantano una protagonista di grande spessore drammatico in Agneta Eichenholz, un luminoso Apollo in Marco Jentzsch (con però qualche incrinatura nel finale) e uno squillante Leukippos in Rolf Romei. Fra i ruoli minori si impone la cavernosa Gaea di Hanna Schwarz. A una certa fissità del coro supplisce l’esuberante fisicità dei sei mimi-danzatori. Applausi e chiamate.
Note: Nuova produzione del Theater Basel. Date rappresentazioni: 13, 17 e 19 febbraio; 2, 8, 18 marzo; 12, 18 e 28 aprile; 8, 13 e 23 maggio; 18 e 23 giugno 2015.
Interpreti: Thorsten Grümbel (Peneios), Hanna Schwarz (Gaea), Agneta Eichenholz (Daphne), Rolf Romei (Leukippos), Marco Jentzsch (Apollo), Andrew Murphy (1. Schäfer), Laurent Galabru (2. Schäfer), Zachary Altmann (3. Schäfer), Vivian Zatta (4. Schäfer), Meike Hartmann / Sofie Asplund (1. Magd), Aidan Ferguson (2. Magd), Ole Paul Driever, Jonas Furrer, Adriano Piccione, Christopher Wayne Havner, Floris Dahlgrün, Andreas Bach (danzatori)
Regia: Christof Loy
Scene: Annette Kurz
Costumi: Ursula Renzenbrink
Coreografo: Thomas Wilhelm
Orchestra: Sinfonieorchester Basel
Direttore: Hans Drewanz
Coro: Herren-Chor des Theater Basel
Maestro Coro: Henryk Polus
Luci: Roland Edrich