Da Ferrara, ricerche sul Baltico
I giovani estoni dell'eccellente Nyyd Ensemble concludono Aterforum Festival
Recensione
classica
Chiuso a Ferrara Aterforum Festival 2005. Intorno agli autori in vena mistica da un lato, e alla musica più o meno iperborea dall'altro, il festival progettato da Franco Masotti si muove da anni. Questa volta il tema era "Nord!", con la "o" tagliata. Musica vocale, musica strumentale, legami antichi con la storia e tecnologia. In chiusura, in un Teatro Comunale poco popolato in modo sconfortante, s'è ascoltato in esclusiva italiana il Nyyd Ensemble, un eccellente complesso estone diretto con perizia ed efficacia da Olari Nets. Giovani tutti, molto molto bravi tutti.
L'orizzonte che questa chiusura di festival offriva tocca due generazioni: quella over 45 di Erkki-Sven Tüür, Magnus Lindberg e Toivo Tulev, e quella di Helena Tulve, estone del 1972, e di Sampo Haapamäki, finlandese del 1979. La notorietà vasta (negli ambienti meno ingessati, of course) di Erkki-Sven Tüür è il biglietto da visita per le due opere più convincenti della serata, in apertura e chiusura: Arhitettonika VI e Oxymoron mettono molta carne al fuoco ma è materia molto bene organizzata, con rilevante qualità 'drammaturgica', se si vuole, con molta espressione di gesto, un'esperta gestione retorica del tessuto narrativo. Una certa tentazione paesaggistica e drammatica pare emergere altrove, in Lindberg per esempio, ma la cifra è meno limpida, e soprattutto nei più faticosi itinerari di Haapamäki e Tulve. Molta di questa musica ha forte sapore di laboratorio poetico: colto e accorto, ma pur sempre un laboratorio, un percorso molto avanzato ma non ancora compiuto, che talora, come accade per il gregoriano echeggiato pur sapientemente da Tulev, concede parecchio al mood baltico di gran moda.
Orchestra: NYYD Ensemble
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
classica
A Roma, prima con i complessi di Santa Cecilia, poi con Vokalensemble Kölner Dom e Concerto Köln