Pareti di mattoni altissime con cicatrici di costruzioni tirate giù. Sacchi di spazzatura. Quando l'enorme telo bianco (come un’opera di Christo) cadendo rivela la facciata della Borsa di New York, il gioco si svela: siamo nel cuore dell'Occidente capitalista, dove tutto ha un prezzo e niente ha valore. Non ce l’ha la vita dell'"eroe" Siegfried, picchiatore di homeless, finito a bastonate fra casse di verdura dal punk Hagen, fratellastro di Günter re del Döner Box del quartiere (com’è berlinese la New York di Castorf!) e Gutrune consumo-dipendente. Non ce l’ha l’anello, gettato in un bidone a bruciare fra altri rifiuti. Non è un crepuscolo: Dio è morto da un pezzo e ognuno fa quel che può (vedi gli altarini televisivi delle Norne in versione santone vudù da sottoscala). Castorf graffia: fra i simboli del suo Occidente campeggia l'insegna di Buna, produttore di caucciù sintetico derivato dal petrolio che si voleva produrre a Auschwitz (già allora il costo del lavoro era un problema). Non c'è speranza né consolazione. Non c'è un popolo nuovo come in Chéreau che sorge dopo la catastrofe. Qui non c'è catastrofe, né ci sarà.
Destinata a dividere è la regia dal segno forte, come sono le sempre sorprendenti scene di Aleksandar Denic. Chi unisce è Petrenko, vero trionfatore di questo “Ring”, sempre perfetto e saldo al timone degli splendidi complessi del Festival. Zoppica invece una distribuzione sempre ottima sul piano scenico ma priva di presenze vocali davvero incisive specie nei ruoli principali (Koch in Wotan e Foster in Brünnhilde) quando non palesemente deficitarie (Ryan in Siegfried).
E la fine? Non c’è. Sulla loro Mercedes nera coupé, le tre ninfette figlie del Reno andranno certamente al Golden Motel. La storia si ripete perché l'umanità, in fondo, è sempre la stessa.
Note: Produzione del Bayreuther Festspiele 2013. Date rappresentazioni: 1, 15 e 27 agosto 2014.
Interpreti: Lance Ryan (Siegfried), Alejandro Marco-Buhrmester (Gunther), Oleg Bryjak (Alberich),Attila Jun (Hagen), Catherine Foster (Brünnhilde), Allison Oakes (Gutrune), Claudia Mahnke (Waltraute/2. Norn), Okka von der Damerau (1. Norn/Floßhilde), Christiane Kohl (3. Norn), Mirella Hagen (Woglinde), Julia Rutigliano (Wellgunde)
Regia: Frank Castorf
Scene: Aleksandar Denic
Costumi: Adriana Braga Peretzki
Orchestra: Das Festspielorchester
Direttore: Kirill Petrenko
Coro: Der Festspielchor
Maestro Coro: Eberhard Friedrich
Luci: Rainer Casper (video: Andreas Deinert e Jens Crull)