Cavalleria negli Anni Trenta

A Caracalla l'opera di Mascagni per i centocinquant'anni del compositore

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Pietro Mascagni
02 Luglio 2013
È un paradosso che gli spettacoli alle Terme di Caracalla, che per decenni sono stati il trionfo del kitsch, siano diventati minimalisti, come questa Cavalleria rusticana di Pier Luigi Pizzi, ambientata in una piazza che sta a metà tra la metafisica di De Chirico e l'architettura razionalista delle città fondate negli anni Trenta, come Sabaudia. La Sicilia è evocata soltanto da una grande agave e dal bianco accecante dei muri: si potrebbe obiettare che è il minimo sindacale di sicilianità, ma giova a Cavalleria eliminare il bozzettismo dei carretti siciliani e conservare invece l'aspetto eterno e quasi mitico dell'isola, con il sole, i rapporti calienti tra i due sessi, l'ipocrisia, il maschilismo che si pavoneggia in divise fasciste, già pronto alla sopraffazione e alla violenza. La recitazione è più asciutta e quindi più incisivamente drammatica, i personaggi sono più veri e credibili, perfino Compar Alfio non è più una macchietta. Se la parte visiva è diventata minimalista, l'acustica è rimasta quella di sempre ed esige voci potenti più che raffinate, come quelle di Anna Pirozzi, Kamen Chanev e Claudio Sgura, che sono state aiutate per certi aspetti ma rovinate per altri dall'amplificazione, che deve assolutamente essere resa meno grossolana: tutti e tre hanno comunque ben individuato il carattere dei rispettivi personaggi. Anche meglio hanno fatto Elena Zilio e Annalisa Stroppa nelle brevi parti di Mamma Lucia e Lola. Gaetano D'Espinosa dà un bel respiro a coro e orchestra, tiene a freno gli scoppi drammatici per evitare di cadere nel verismo urlato e sottolinea il carattere francamente popolare (ma non volgare) che dovette colpire chi nel 1890 ascoltò "Gli aranci olezzano", "Il cavallo scalpita", "Viva il vino spumeggiante". Prima di Cavalleria un non indispensabile balletto di Micha van Hoecke ispirato al Gattopardo (il film, non il romanzo) su musica di Nino Rota.

Interpreti: Anna Pirozzi /Raffaella Angeletti (Santuzza), Annalisa Stroppa (Lola), Kamen Chanev / Sung Kyu Park (Turiddu), Claudio Sgura / Francesco Landolfi (Alfio), Elena Zilio (Mamma Lucia)

Regia: Pier Luigi Pizzi

Scene: Pier Luigi Pizzi

Costumi: Pier Luigi Pizzi

Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Gaetano D'Espinosa

Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Vincenzo Raponi

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Jonas  di Carissimi e Vanitas  di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento

classica

Napoli: Dvorak apre il San Carlo

classica

Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.