Capossela nell'ombra

Ultimo atto delle canzoni della Cupa di Vinicio Capossela

Recensione
pop
Padova
03 Marzo 2017

Il lungo progetto artistico che ruota intorno a Canzoni della Cupa è arrivato infine all’approdo. Ombra – Canzoni della Cupa e altri spaventi è la tournée dedicata al secondo dischetto dell’album, uscito nel maggio dello scorso anno, e di fatto capitolo conclusivo della saga che ha portato Capossela a confrontarsi con la musica folk. È stato un cammino intenso e articolato, che si chiude con un set per molti versi essenziale e intimo. Il cantautore mette un velo tra sé e il pubblico, nel vero senso del termine: quasi tutto il concerto è giocato sugli effetti di luci e ombre proiettate su un telo scuro appeso davanti al palco. Il numero di musicisti è notevolmente ridotto rispetto al tour precedente: solo sei elementi, tra cui gli immancabili Vincenzo Vasi e "Asso" Stefana. Le canzoni di Ombra sono sghembe, un po’ acustiche e un po’ metalliche: “Le creature della cupa”, “Scorza di mulo”, “Il pumminale”, “La bestia nel grano”, “Maddalena la castellana” aprono il set con Capossela che canta su un registro basso, monotono, gracchiante. È forse questa, alla fine, la grande differenza tra le canzoni folk e il resto del suo repertorio, cioè la quasi totale mancanza di grande respiro melodico, che arriva poco più avanti, quando alle “Canzoni della Cupa” si mescolano “Dimmi Tiresia”, “Le sirene”, “Parla piano”, “Modì”, “Marajà”, “Corvo torvo”, e molte altre ancora, pescate qua e là dal suo – ormai vasto – canzoniere. L’abilità nel passare con disinvoltura dal presente al passato mantiene alta l’attenzione del pubblico, che sembra comunque aver recepito molto bene anche l’ultimo lavoro in studio. Il ritmo è serrato, e tra “Brucia troia”, “Scivola vai via”, “Il treno”, “Fatalità”, “Vinocolo” e “Il ballo di San Vito”, lo show si chiude dopo due ore esatte. Tuttavia, chi conosce Capossela sa bene che le cose non finiscono qui: dopo la toccante dedica di “Ovunque proteggi” al grandissimo Carlo Mazzacurati, Vinicio imbraccia la chitarra e saluta a sorpresa con “Camminante”, un brano da Camera a Sud che non è solito proporre spesso dal vivo. E chissà, giunti a questo punto, che cosa ci riserverà il futuro.

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