Cale, il Grande
L'ex Velvet Underground a Brescia per i 200 anni del Teatro Grande
Recensione
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L’evento nell’evento: la prima italiana di "Paris 1919" di John Cale e i 200 anni del Grande. E ci voleva la festa per i due secoli di vita perchè il teatro lirico di Brescia (inaugurato nel 1810 e dedicato a Napoleone il Grande) aprisse finalmente le porte a musiche “altre”, iniziando (si spera) l’opera di svecchiamento di una programmazione che in tempi recenti si è distinta per un taglio - per così dire - molto "classico". Intendiamoci, non che ospitare un mito indiscutibile come il fondatore dei Velvet Underground, 68 candeline spente lo scorso 9 marzo, sia il massimo dal punto di vista dell’audacia, ma come primo passo ci si può pure accontentare. Per il futuro si potrebbe provare a giocare con le consonanti, magari sostituendo la “L” di Cale con una “G”: il Novecento aspetta. Tornando a Cale e al suo "Paris 1919", era la prima volta che il nostro deliziava il pubblico italiano con l’integrale dal vivo del disco pubblicato nel ’73. Accompagnato dall’orchestra da camera di Brescia diretta da Filippo Lama, Cale ha ripercorso una a una le nove tracce che compongono la scaletta originale: da “Child’s Christmas in Wales”, delicato acquarello infantile, alla deliziosa “Hanky Panky Nohow”, da “The Endless Plain of Fortune”, un tuffo al cuore, alla maestosa “Paris 1919”. La differenza in meglio rispetto alla versione fissata su nastro l’ha fatta soprattutto la voce del gallese, più profonda e matura rispetto a quel 1973, come se il Cale di allora avesse scritto quelle canzoni per il Cale di oggi. Nella seconda parte del set spazio alle chitarre, a un paio di cavalli di battaglia (“Amsterdam” e “E Is Missing”) e a un medley devastante fra “Gun” e “Pablo Picasso” tirato oltre i dieci minuti. Applausi a scena aperta e ultima gemma regalata al pubblico: “Fear Is a Man’s Best Friend”.
Interpreti: John Cale: voce, tastiere, chitarre; Dustin Boyer: chitarra elettrica; Michael Moore: batteria; Josh Schwartz: basso elettrico.
Orchestra: Orchestra da camera di Brescia
Direttore: Filippo Lama
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