Un'altra Madama Butterfly, ma con qualche piccola differenza testuale rispetto alla routine, perché tra la selva di varianti si è scelta l'edizione del 1907, esemplata su quella parigina dell'anno prima, che rispecchia le decisioni definitive di Puccini, o quasi, perché poi ci furono altre piccole modifiche. La questione è ingarbugliatissima e non è possibile né lecito decidere quale sia la versione "autentica" e "migliore", ma si ha quasi la tentazione di affermare che sia proprio questa, forse perché è stata presentata in un'esecuzione esemplare. Le scene sono dell'artista nipponica Mariko Mori, che alle giapponeserie di maniera sostituisce un'autentica spiritualità giapponese: nel primo atto un giardino zen, con appena tre massi levigati, su cui incombe una grande scultura astratta sospesa a mezz'aria; nel secondo atto questa scultura è caduta a terra, presenza inquietante e minacciosa; nella scena finale il palcoscenico totalmente vuoto è delimitato da un grande telo bianco. In questo spazio essenziale la tragedia di Cio-Cio-San emerge con un rilievo assoluto, diventa una vicenda cosmica (a questo sembra alludere il viaggio tra le galassie raffigurato nell'intermezzo, che è però l'unica cosa superflua di quest'allestimento). La regia di Alex Rigola è concentratissima, non c'è un gesto sbagliato o non necessario. Il corrispettivo di quest'impostazione scenica è la direzione di Omar Meir Wellber, calibrata al millimetro tra la trasparenza con cui restituisce la modernissima partitura di Puccini e l'intensità con cui ne rende la continua crescita drammatica. Fiorenza Cedolins torna a un personaggio da lei preferito all'inizio della carriera: l'ingenua bambina delle prime scene le va ora appena un po' stretta, ma rapidamente la sua interpretazione prende quota e inchioda lo spettatore alla tragica vicenda della protagonista. Quest'opera è quasi un monodramma, ma Andeka Gorrotxategui, Elia Fabbian e Manuela Custer sono state ottime "spalle" di questa grande protagonista.
Note: Progetto speciale della 55. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia
Interpreti: Fiorenza Cedolins/Svetlana Kasyan, Manuela Custer, Julie Mellor, Andeka Gorrotxategui, Elia Fabbian, Iorio Zennaro, William Corrò, Riccardo Ferrari
Regia: Alex Rigola
Scene: Mariko Mori
Costumi: Mariko Mori
Orchestra: Orchestra del Teatro la Fenice
Direttore: Omar Meir Wellber
Coro: Coro del Teatro la Fenice
Maestro Coro: Claudio Marino MOretti