Anatomia della solitudine

A Aix la nuova opera di Mendonça dal racconto di Cortázar

Recensione
classica
Festival Aix-en-Provence
06 Luglio 2013
Come dare suono e voce a un racconto che vive sul confine indefinito di presenze immateriali e allucinazioni? È la questione fondamentale abbordata dai due giovani artefici dell’opera da camera montata sulla scena all’aperto dell’incantevole tenuta del Grand Saint-Jean. Il racconto è “La casa tomada” (La casa occupata) di Julio Cortázar. I due protagonisti, l’io narrante e la sorella Irene, volontariamente rinchiusi nel grande appartamento di famiglia, compiono con maniacale e ossessiva ripetitività i riti quotidiani. Quando i due avvertono presenze estranee invadere i loro silenziosi spazi, si ritirano progressivamente in ambienti via via più angusti nei quali i riti continuano con tempi necessariamente più rapidi, finché il senso della minaccia sempre più incombente non li induce ad abbandonare la loro stessa casa. La drammaturga Sam Holcroft, alla prima esperienza con un libretto d’opera, nel suo adattamento in lingua inglese appare soprattutto spinta dall’urgenza di completare il ritratto di due solitari patologici, in Cortázar lasciati quasi interamente all’immaginazione del lettore, non solo dando un nome ai due personaggi ma soprattutto offrendo una prospettiva di riscatto grazie al senso materno della sorella (che si intuisce dalla cura attenta di vecchie bambole). A spingere sul versante realistico è anche la minuziosa precisione degli interni ricostruiti di Alex Eales e la regia di Katie Mitchell, che imbocca decisa il versante dell’analisi quasi scientifica di una patologia e dell’introspezione psicologica. Non altrettanto decisa risulta invece la musica composta da Vasco Mendonça, molto elaborata nel tessuto strumentale e nelle scelte timbriche, ma poco incisiva e poco efficace sul piano teatrale. Funzionali i due solisti vocali e l’ensemble strumentale.

Note: Prima rappresentazione assoluta. Commissione del Festival d’Aix-en-Provence e di LOD|music theatre di Gand. Nuova produzione del Festival d’Aix-en-Provence in collaborazione con l’Académie européenne de musique. Coproduzione con LOD|music theatre, Grand Théâtre de Luxembourg, De Singel e Fondation Calouste Gulbenkian di Lisbona Asko|Schönberg ensemble e con il sostegno di enoa. Date rappresentazioni: 6, 8, 11, 13, 16 et 17 luglio 2013.

Interpreti: Oliver Dunn (Hector), Kitty Whately (Rosa)

Regia: Katie Mitchell

Scene: Alex Eales

Costumi: John Bright

Orchestra: Asko|Schönberg ensemble

Direttore: Etienne Siebens

Luci: James Farncombe

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