Un dittico Puccini-Donatoni sembrerebbe completamente slegato, ma in realtà ci sono molte ragioni per accostare Alfred Alfred a Gianni Schicchi. Questi due atti unici - l'uno dell'inizio, l'altro della fine del secolo - sono tra i pochi esempi di opera comica in un'epoca che, tra stermini, guerre, dittature e crisi ideologiche, non ha avuto troppo tempo per divertirsi. Per una volta le patetiche eroine di Puccini da una parte e il negativismo di Donatoni dall'altra cedono il passo alla voglia di ridere. Delle due opere Alfred, Alfred è imprevedibilmente la più esilarante. Il libretto dello stesso Donatoni trasforma la vita d'ospedale in una serie di nonsense irresistibilmente comici: in sette scene e sei intermezzi non c'è un momento in cui il ritmo teatrale venga meno e la musica segue da vicino ciò che avviene in scena e allo stesso tempo con libertà, trasvolando dalla irta scrittura dell'avanguardia novecentesca, usata qui in chiave parodistica, alle citazioni di Verdi e Stravinsky.
L'abbinamento di Donatoni a Paolo Rossi sembrerebbe altrettanto improbabile di quello Donatoni-Puccini, ma il regista - che recita anche la parte muta del protagonista - sguazza in questo teatro comico dell'assurdo come un pesce nell'acqua, trasformando i protagonisti in maschere di una moderna commedia dell'arte. Quanto a Gianni Schicchi, Rossi - che anche qui si ritaglia un ruolo muto, ovviamente quello del defunto - lo ambienta nella sede di un partito moderno, ma i riferimenti alla cronaca politica non sono troppo invadenti, e la commedia si dipana con passo vivace e leggero, mirando dritta al suo vero scopo di far divertire. Il regista lascia ai giovani interpreti una certa libertà di realizzare le sue indicazioni, mentre Marco Angius li tiene perfettamente in linea dal punto di vista musicale. In Donatoni la sua presenza sul podio è una garanzia assoluta ma anche in Puccini si ammira la sua direzione asciutta, che valorizza la modernità dell'orchestra di Gianni Schicchi. Più cast, tutti formati da giovani, si alternano nelle numerose recite. Abbiamo ascoltato lo Schicchi di Sergio Vitale, già maturo vocalmente e istrionico quel che serve come attore. Sarebbero da citare tutti, ma lo spazio impone di limitarsi a Biagio Pizzuti, Katarzyna Otczyk, Annalisa Ferrarini e Giuseppe Distefano.
Note: repliche dal 29 settembre al 14 ottobre a Perugia, Assisi, Città di Castello, Todi e Orvieto
Interpreti: In Donatoni: Rosaria Angotti, Chiara Tirotta, Chiara Margarito, Sara Cresta, Giada Frasconi, Andrea Tabili, Massimiliano Mandozzi, Lucia Cittadoni, Susanna Salustri, Alessandra Luchetti, Emanuele Dell'Aquila.
In Puccini: Sergio Vitale, Giuseppe Distefano, Annalisa Ferrarini, Katarzyna Otczyk, Susanna Salustri, Eleonora Pirondi, Tommaso Barea, Valentin Vatev, Francesco Mingucci, Biagio Pizzuti, Enrico Morri, Nicola Di Filippo, Jacopo Colella, Timothy Sarris, Leonardo Alessi
Regia: Paolo Rossi
Scene: Andrea Stanisci
Costumi: Clelia De Angelis
Orchestra: Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale "Adriano Belli" di Spoleto
Direttore: Marco Angius