In origine quest'Aida doveva essere la ripresa di quella di Muti e Pier'Alli annunciata come inaugurazione della stagione e poi cancellata per le note vicende dell'Opera. Così è stata presentata in un nuovo allestimento, firmato da Micha van Hoecke (regia e coreografia) e da Carlo Savi (scene e costumi), che hanno riadattato il loro spettacolo alle Terme di Caracalla del 2011. Va loro dato atto di aver totalmente ripulito l'Aida da ogni facile spettacolarità: le scene sono minimaliste e geometriche (tranne un soprassalto di kitsch nelle stanze di Amneris), le luci intime e notturne, le danze pressoché astratte, la recitazione essenziale (ma anche un po' generica), insomma tutto concorre a mettere a nudo le passioni e il dramma personale dei protagonisti più che l'ingombrante cornice faraonica. È uno spettacolo senza macchie, ma anche privo di una forte personalità, che può funzionare soprattutto come supporto a un'interpretazione musicale di spessore, come è stato in questo caso, per merito soprattutto del giovane Jader Bignamini. La sua sensibilità è rivelata da alcuni piccoli momenti "segreti" che sono tra i più belli dell'Aida, come le poche battute orchestrali all'arrivo del Messaggero, impastate con l'angoscia della guerra e la sabbia del deserto, e da come sa esaltare le "code", come quella finale del terzo atto. Ma, per non limitarsi a quelli che potrebbero sembrare dettagli, va citata anche la vibrante drammaticità dei duetti Aida-Amneris, Aida-Amonasro e Amneris-Radames. Ad onor del vero non tutto era a questo livello, come nel caso delle arie di Radames e Aida e del loro duetto finale: ma qui pesavano alcune caratteristiche dei due interpreti vocali, per altro tra i migliori del panorama attuale. Fabio Sartori ha voce e stile autenticamente verdiani, ma tarati su personaggi meno eroici di Radames. Csilla Boross ha gran temperamento e voce solida, ma poco italiana. Non ha nemmeno questi piccoli limiti Anita Rachvelishvili, eccellente Amneris. Giovanni Meoni era un Amonasro da manuale, barbaro ma senza mai rinunciare alla nobiltà dello stile verdiano. Bene Roberto Tagliavini (Ramfis) e gli interpreti dei ruoli minori.
Interpreti: Csilla Boross/Hui He, Anita Rachvelishvili/Raffaella Angeletti, Fabio Sartori/Yusif Eyvazov/Dario Di Vietri, Giovanni Meoni/Kiril Manolov, Roberto Tagliavini, Luca Dall'Amico,Antonello Ceron, Simge Büyükedes
Regia: Micha van Hoecke
Scene: Carlo Savi
Costumi: Carlo Savi
Corpo di Ballo: Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma
Coreografo: Micha van Hoecke
Orchestra: Orchestra del Teatro dell'Opera di Roma
Direttore: Jader Bignamini
Coro: Coro del Teatro dell'Opera di Roma
Maestro Coro: Roberto Gabbiani
Luci: Vinicio Cheli