Affetti ed effetti del giovane Tristano
Bravura, eclettismo ed elettronica: il pianista lussemburghese a Romaeuropa
Recensione
classica
Nell'atteso appuntamento per il Romaeuropa Festival 2009 al Teatro Palladium di Roma, Francesco Tristano Schlimé ha diviso la serata in due parti, la prima dedicata al pianoforte acustico, la seconda con l'intervento dell'elettronica. Tuttavia è chiaro che la distanza tra questi due mondi sonori e i rispettivi repertori esiste solo per chi non condivide la personalità e le scelte artistiche del pianista lussemburghese. Posato, studiato nei minimi particolari, millimetrico nel disegnare le geometrie più nascoste dei brani, Tristano ha sfoderato una preparazione accademica ineccepibile affrontando la Sequenza IV di Luciano Berio e subito dopo tre Toccate dal Libro II di Girolamo Frescobaldi, a sancire l'unitarietà di un repertorio che si espande lungo 350 anni, superando le diversità degli strumenti a tastiera che il mondo occidentale ha conosciuto nel frattempo. Sotto le sue dita scorrono senza indugio le Françoise Variationen di Donatoni e la Toccata VII di Michelangelo Rossi, per poi tornare al contemporaneo con Mambo di Luca Francesconi. Attenzione però, il pianoforte è acustico ma non troppo: l'amplificazione c'è ed espande l'orizzonte sonoro del pubblico, esaltando ogni affetto, ogni minima fluttuazione sonora, al servizio di un repertorio novecentesco denso di significati, o di quello barocco per clavicembalo, qui in una traduzione pianistica ormai lontana dall'originale ma al tempo stesso accattivante come un film di Oliver Hardy doppiato da Alberto Sordi. Poi la seconda parte, dove l'elettronica sembra essere padrona della scena e l'artista padrone dell'elettronica. Una affascinante ma interminabile sequenza, disinvolta nell'accostare il jazz col minimalismo, il pop con la techno, ma a quanti effetti speciali si deve ormai ricorrere per conquistare il pubblico...
Interpreti: Francesco Tristano Schlimé, pianoforte (acustico e con elettronica)
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.
classica
A Colonia l’Orlando di Händel tratta dall’Ariosto e l’Orlando di Virginia Woolf si fondono nel singolare allestimento firmato da Rafael Villalobos con Xavier Sabata protagonista