Abbado e Piano per L'Aquila

Con l'Orchestra Mozart e musiche di Bach inaugurato l'Auditorium del Parco

Recensione
classica
Società dei Concerti Barattelli L'Aquila
07 Ottobre 2012
Renzo Piano l'ha progettato, la Provincia di Trento l'ha donato alla città (un bel regalo, costato quasi sette milioni), Claudio Abbado e la Mozart hanno offerto il concerto inaugurale, Bach ci ha messo la sua musica, il Presidente Napolitano ha portato il saluto suo e degli italiani (ma per un inspiegabile disguido il concerto è irritualmente iniziato prima del suo arrivo). Per stemperare l'atmosfera di ufficialità e far partecipare tutta la città alla festa, sono state invitate alcune decine di giovani del conservatorio e dell'università all'inaugurazione ufficiale, si sono aperte al pubblico l'antigenerale e la generale e dopo il concerto di Abbado è iniziata una notte della musica aperta a tutti e durata fin quasi all'alba, con la partecipazione di ben sedici tra orchestre e gruppi musicali di minori dimensioni, tutti aquilani. Una bella partenza! Nella sua frugale semplicità il nuovo auditorium è "agile, elegante e armonioso", come ha detto Napolitano; ma ha appena 238 posti e di sale di questa capacità ce ne sono già un paio agibili in città: ora serve una sala in grado di accogliere i concerti della "Barattelli", che ha più di 700 abbonati, e della Sinfonica Abruzzese. Venendo al concerto inaugurale sono state due ore di musica senza intervallo ma anche senza alcun segno di stanchezza né tra i musicisti né tra gli ascoltatori (almeno tra quelli che stavano lì per la musica e non per presenzialismo). Anzi più si andava avanti e più aumentava il piacere di ascoltare, forse anche perchè i primi dei sei pezzi eseguiti erano due Concerti ricostruiti con la presunzione di potersi sostituire a Bach: in particolare il presunto Concerto per viola in re maggiore è pura fantascienza e di Bach conserva solo una pallida ombra. Poi veniva il Bach vero. Nel Concerto in mi maggiore per violino l'impeccabile Isabelle Faust finalmente sorride negli Allegro, si concede perfino qualche piccola variazione estrosa e sfiora un delicato romanticismo nell'Adagio. Il Brandeburghese n. 3 eseguito a parti reali è felicità pura per il perfetto lavoro di cesello, l'adamantino contrappunto, i ritmi incalzanti, il gioioso dialogo tra i nove strepitosi solisti e l'originale cadenza per violino e cembalo. E il n. 2, eseguito invece da ben 27 strumentisti, è un tripudio di colori, con la magia sospesa dell'Andante per violino, flauto e oboe e b.c. (uno più bravo dell'altro) e l'esultante finale della tromba nel registro acutissimo, sotto lo sguardo amorevole di Abbado, che non comanda ma guida e sorveglia, insomma fa musica insieme agli altri, primus inter pares.

Interpreti: solisti: Isabelle Faust, Raphael Christ, violini; Jacques Zoon, flauto; Kai Froembgen, oboe; Reinhold Friedrich, tromba; Wolfram Christ, viola. Basso continuo: Enrico Cacciari, clavicembalo; Giovanni Togni, organo; Gabriele Geminiani, violoncello; Alois Posch, contrabbasso

Orchestra: Orchestra Mozart Bologna

Direttore: Claudio Abbado

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