L’energia “elettrica” dei giovani
Al Reggio Parma Festival Derby Elettrico ha messo in scena il confronto tra i tre gruppi di Silvia Bolognesi, Francesco Giomi e Walter Prati
Con i due concerti finali si è concluso Derby Elettrico, un originale progetto di improvvisazione musicale elettro-acustica ideato da Roberto Fabbi – referente per la Produzione e Programmazione artistica della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia – e rivolto a giovani musiciste e musicisti under 35. L’iniziativa – che si inserisce all’interno di Arcipelaghi, programma di attività 2024-25 del Reggio Parma Festival realizzato con i soci Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Teatro Regio con Teatro Due di Parma – ha preso forma attraverso una call pubblica nel corso della prima metà del 2024 che ha visto la partecipazione di 15 giovani talenti selezionati tra 46 candidature pervenute, suddivisi in tre squadre guidate da artisti riconosciuti nel panorama dell’improvvisazione quali Silvia Bolognesi, Francesco Giomi e Walter Prati.
I partecipanti hanno preso parte a due sessioni intensive di workshop, tenutesi a luglio a Parma e Reggio Emilia, durante le quali hanno lavorato a stretto contatto con i loro mentori per progettare e sviluppare i concerti finali. Questi eventi conclusivi, tenutisi venerdì 13 dicembre presso il Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia e domenica 15 dicembre al Teatro Due di Parma, hanno dunque rappresentato la tappa finale di un percorso creativo e formativo alimentato da un denso spirito di collaborazione.
La performance proposta dalle tre squadre – che abbiamo seguito nella tappa parmense – ha offerto un format nel quale i tre gruppi strumentali si sono presentati in scena su fronti paralleli, in una sorta di esibizione alternata nella quale le squadre si sono passate il testimone ideale di un approccio improvvisativo integrato e differente al tempo stesso.
Sul fronte del palcoscenico erano schierati i tre gruppi musicali a partire da quello capitanato da Walter Prati (coordinamento ed elettronica) – composto da Gianmarco Canato (fagotto, elettronica), Francesca Fantini (sax), Alessandro Gambato (chitarra elettrica, elettronica), Riccardo Tesorini (elettronica), Federica Zuddas (voce, elettronica) – passando al livello successivo con la formazione guidata da Francesco Giomi (conduction) – animata da Sofia Weck (tromba, elettronica), Daniele Carcassi (sintetizzatore modulare), Andrea Fabris (grancassa, elettronica), Dino Piccinno (elettronica) e Biagio Cavallo (sax, elettronica) – per arrivare alla compagine guidata da Silvia Bolognesi (coordinamento, contrabbasso), che annoverava Alberto Brutti (contrabbasso, elettronica), Margherita Parenti (batteria), Cristiano Pomante (vibrafono, elettronica), Milena Punzi (violoncello, elettronica), Leonardo Vita (chitarra preparata, elettronica).
Un dialogo fitto, che ha presentato tre approcci anche molto differenti rispetto al concetto – e alla pratica concreta – di improvvisazione, partendo dall’organizzazione lineare e sistematica dell’ensemble di Prati, passando all’afflato più collegiale e strutturato che i gesti di Giomi hanno impresso al suo gruppo, fino ad arrivare al piglio più partecipato e trascinante che Bolognesi ha condiviso con i giovani musicisti della sua formazione.
Un dialogo nel complesso interessante, a tratti anche condiviso in momenti caratterizzati da tratteggi elettronico-strumentali intrecciati tra le tre formazioni, che hanno coinvolto un pubblico attento e, alla fine, generoso di applausi nei confronti di tutti gli artisti impegnati.
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