Tutta qui la Cantoria !
Festosa kermesse delle voci bianche dei teatri lirici d’Italia al Teatro del Maggio
Un’iniziativa inedita e gioiosa per quanto non certo facile da gestire e organizzare: stiamo parlando di Tutta qui la cantoria, titolo ispirato all’episodio dei chierichetti schiamazzanti del primo atto della Tosca, per presentare (nei pomeriggi del 28 e 29 settembre e 5 ottobre) il primo evento dedicato ai cori di voci bianche che svolgono la propria attività all’interno dei teatri d’opera italiani. Per questa che ci auguriamo sia la prima edizione di un’iniziativa destinata a radicarsi e a estendersi ad altri partecipanti, le fondazioni che hanno risposto all’appello erano il Teatro dell’Opera di Roma, l’Accademia del Teatro alla Scala, il Teatro Comunale di Bologna, il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro San Carlo di Napoli, il Teatro Regio di Torino e l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, ed era quest’ultima ad aver organizzato il tutto, grazie anche al finanziamento legato ad un bando S.I.A.E. Un’operazione, come ci ha confermato Matteo Pais, attuale direttore artistico dell’Accademia del Maggio, tutt’altro che facile sul piano organizzativo, coinvolgendo minorenni e famiglie, con tutte le attenzioni legate a questo tipo di esecutori, dai piccoli delle prime classi delle elementari ai teenagers. Ma ha avuto un esito davvero molto felice, perché tutto è filato liscio e ha prodotto molta soddisfazione, sia per la qualità dei cori che per le liete reazioni suscitate (nelle due sale del Teatro del Maggio, sala grande e auditorium) in un pubblico composto in gran parte, ma non solo, dalle famiglie dei partecipanti.
Dal punto di vista delle fondazioni lirico-sinfoniche, la missione di queste giovani formazioni è ovviamente lo svolgimento dei numerosi episodi destinati ai cori di voci bianche nelle opere, e ne abbiamo avuto esempi in questo festival, come il coro dei monelli nella Carmen e lo straordinario Siam nimbi volanti del Prologo del Mefistofele di Boito, eseguiti rispettivamente dal Coro di voci bianche del Teatro San Carlo di Napoli il 28 settembre (Stefania Rinaldi, maestra del coro e direttrice, Luigi del Prete, pianoforte), e dal Coro di voci bianche del Teatro Comunale di Bologna il 29 settembre (Alhambra Superchi, maestra del coro e direttrice, Raffaele Cortesi, pianoforte). Ma i programmi proposti fornivano uno spaccato ampio e affascinante dei repertori da cui un maestro preparatore e direttore di voci bianche può attingere per costruire un programma da concerto. Si andava da compositori specialisti come Bob Chilcott con la sua celebre Little Jazz Mass (ancora il coro del San Carlo), al fecondissimo Benjamin Britten con brani dalla Ceremony of Carols proposti il 28 dal Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino (Claudio Fenoglio, maestro del Coro, direttore e pianoforte) e suggestivamente affiancati dai duetti dello Stabat Mater di Pergolesi (Stabat Mater dolorosa, Fac ut ardeat cor meum, Inflammatus, Quando corpus morietur e l’Amen finale), qui realizzati in forma corale, ed è stata una sfida molto interessante all’originale, perché all’intensità espressiva della voce solista adulta si sostituiva una restituzione molto limpida e lineare delle linee contrappuntistiche; a classici della polifonia in chiave comica del madrigale drammatico come il Contrappunto bestiale alla mente dal Festino del giovedì grasso di Adriano Banchieri eseguito con molto gusto il 5 ottobre dalle voci bianche dell’opera di Roma (Alberto De Sanctis direttore, Alessia Capoccia pianoforte), all’adattamento di arie e cori dei grandi operisti; a tutto il repertorio di adattamenti dal mondo della canzone, del musical e della musica per film, fra cui ci hanno colpito particolarmente le esecuzioni di Edelweiss di Richard Rodgers da Tutti insieme appassionatamente, Somewhere di Harold Arlen dal Il mago di Oz e Moon River di Johnny Mercer/Henry Mancini da Colazione da Tiffany proposte il 29 dal Coro di Voci Bianche dell’Accademia del Teatro alla Scala, e di America da West Side Story di Leonard Bernstein e della Bohemian Rapsody di Freddie Mercury con le voci bianche del Carlo Felice di Genova il 5 ottobre (Gino Tanasini, maestro del Coro e direttore, Enrico Grillotti, pianoforte). Alla fine di tutte e tre le serate, le voci bianche del Maggio si univano ai due altri cori presenti per eseguire sotto la direzione di Sara Matteucci, direttrice delle voci bianche fiorentine, un pezzo commissionato per l’occasione, Il giovane Trittico di Mauro Zuccante da Puccini, che imbastiva l’aria della Frugola dal Tabarro, l’Ave Maria da Suor Angelica e l’inno a Firenze dallo Schicchi.
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