Arianna a Nasso ed Orfeo ed Euridice al Festival dei Due Mondi

Il programma del festival spoletino per il 2024 include due opere e una miriade di concerti e spettacoli di danza

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Spoleto: Concerto in piazza
Spoleto: Concerto in piazza

Il programma del sessantasettesimo Festival dei Due Mondi di Spoleto è stato presentato dalla direttrice artistica Monique Veaute un una conferenza stampa al Ministero dello spettacolo, a cui sono intervenuti alcuni artisti che saranno protagonisti a Spoleto dal 28 giugno al 14 luglio. Come sempre il festival abbraccia tutte le arti performative, con una particolare attenzione – soprattutto da quando la Veaute ne è la direttrice – all’interdisciplinarietà, quindi saranno molti gli spettacoli che scavalcano i generi e sfuggono ad ogni precisa definizione tradizionale. Ma quest’anno c’è anche un deciso ritono all’opera tradizioanle, che ai tempi del fondatore Giancarlo Menotti aveva una posizione preminente. Ad inaugurare il festival sarà infatti uno spettacolo che inizia con la suite delle musiche di scena di Richard Strauss per Le bourgeois gentilhomme  e prosegue con Ariadne auf Naxos, l’opera che secondo il progetto originario dello stesso Strauss doveva essere eseguita come intermezzo di quella commedia di Molière. Ne saranno protagonisti Emily Magee e Andrew Staples, mentre Ivan Fischer ne sarà sia il direttore, sul podio della Budapest Festival Orchestra, sia il regista, in collaborazione con Chiara D’Anna (28 e 30 giugno). Seconda opera in cartellone è Orfeo ed Euridice  di Gluck (quest’anno il festival è dedicato alla mitologia) con Raffaele Pe e Nadja Mchantaf nei ruoli del titolo; Antonello Manacorda dirige l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Damiano Michieletto riprende il suo spettacolo realizzato nel 2022 alla Komische Oper di Berlino  (5 e 6 luglio).

Fin dalla nascita del festival i Concerti di Mezzogiorno erano un appuntamento molto gradito. Quest’anno sono otto e si svolgeranno nei tre ‘weekend lunghi’ del festival. I primi due, il 29 e 30 giugno, sono affidati a gruppi cameristici formati dai musicisti della Budapest Festival Orchestra con musiche ispirate alla mitologia classica. Il 6 luglio  l’americano JACK Quartet, uno dei più innovativi interpreti della musica contemporanea, presenta musiche di compositori statunitensi moderni, tra cui una novità assoluta di Amy Williams. Il giorno seguente Rafaele Pe e La Lira d’Orfeo eseguiranno musiche di Purcell. Gli altri quattro concerti sono affidati ai musicisti dell’Orchestra da Camera Perugia, eccellenza musicale dell’Umbria.

Il 29 giugno il compositore e pianista Baldwin Giang, in residenza presso l’American Academy di Roma, presenta Scenes from the Post-Diaspora,  una creazione multimediale dove la musica di Giang, interpretata da musicisti tedeschi, taiwanesi, vietnamiti, olandesi e italiani, è accompagnata da filmati urbani che hanno segnato il percorso personale del compositore. Lo stesso giorno avrà luogo anche un concerto dei tre giovani e talentuosi musicisti dell’Alessandro Lanzoni Trio con Fernando Cafiso come special guest, in collaborazione con Umbria Jazz. Il 3 luglio Oneohtrix Point Never, definito dalla rivista Rolling Stone “la bestia nera dell’elettronica contemporanea”, arriva a Spoleto in esclusiva per l’Italia. Il 6 jazz il ventisettenne Micah Thomas e il suo trio, per la prima volta in Italia. Il 7 nel concerto intitolato “Barbara Hannigan & All Stars” la straordinaria cantante (e anche direttrice d’orchestra) canadese, accompagnata da otto strumentisti, farà ascoltare un’impressionante collezione di brani di John Zorn.

Ancora jazz. l’11 concerto con Lizz Wright, che trae la sua ispirazione dalla sua educazione nel sud della Georgia in una famiglia molto spirituale: la sua voce inimitabile è stata definita dal New York Times “un contralto morbido e scuro… che si potrebbe associare al bourbon invecchiato in botte”. Il 13 l’eredità di Bill Evans viene celebrata dal pianista Dado Moroni insieme a Eddie Gomez e Joe La Barbera, due musicisti che hanno a lungo collaborato con Evans. Il 13 e il 14 un dispositivo indedito creato dall’artista multidisciplinare Adrien Mondot mescola la giocoleria digitale al delicato universo sonoro dell’eclettico musicsta Babx.

Il 14 luglio il concerto finale in Piazza Duomo avrà come protagonista ancora Barbara Hannigan, questa volta impegnata sul podio dell’Orchestra di Santa Cecilia: il titolo “Girl crazy” dato a questo tradizionale appuntamento in Piazza Duomo non si riferisce però a lei ma al brano di Gershwin che - dopo Roussell, Haydn e Sibelius - conclude il composito programma.

Allargando lo sguardo al teatro musicale inteso nel significato più ampio, ecco Baùbo/sull’arte di non essere morto.  Il tema mitologico ritorna in questo spettacolo di Jeanne Candel, che intreccia musica - Buxtehude, Schutz e altri ancora - e teatro (29 e 30 giugno).

E poi c’è la danza, soprattutto la danza contemporanea, a cui da sempre il festival spoletino dà molta attenzione e spazio. Il 29 e 30 giugno, il talento della danza internazionale Mehdi Kerkouche esplora le relazioni intrafimiliari nel suo nuovo spettacolo Portrait. Vari spettacoli di danza sono concentrati nel primo weekend di luglio

Dal 5 al 7 luglio è in cartellone Die Seele am Fades/Soul Threads, nuova creazione della star internazionale della danza moderna Friedemann Vogel e dell‘artista visivo e coreografo Thomas Lempertz. La compagnia Il Posto è impegnata il 5 e 7 in due divese creazioni della sua fondatrice e coregrafa Wanda Moretti: prima a mezzogiorno  Variazioni verticali,  uno spettacolo di danza sulle facciate degli edifici (si svolge infatti all’aperto ed è quindi gratuito) in un gioco di poesia, sperimentazione e forza di gravità; poi la sera Love Bar, che traduce in una danza molto fisica La bottega del caffè di Goldoni. Uno spettacolo specaile è 6 Memory of a Fall del coreografo Yoann Bourgeois, maestro di squilibri sospensione e gravità: i danzatori agiranno su un’imponente struttura-palcoscenico eretta nella spettacolare cornice di Piazza Duomo sulla musica dell’artista elettronica Hania Rani. Conclude il programma della danza (12, 13 e 14 luglio) Deepstaria del coreografo britannico Wayne McGregor, direttore della Biennale Danza e coregrafo residente del Royal Ballet di Londra.

Questa rapida panoramica del festival non è completa, perché a questo già ricco programma andrebbero aggiunti gli spettacoli in cui la musica non è protagonista: per dare un’idea dell’impegno anche organizzativo che richiede l’attuazione di tutto questo, si può ricordare che saranno impegnati più di seicento artisti provenienti da venti paesi.

 

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