Un’opera sulla sindrome di Asperger

Il Reate Festival ha rappresentato a Roma in prima assoluta Magic Circles di Fabrizio De Rossi Re e Guido Barbieri

Magic Circles
Magic Circles
Recensione
classica
Teatro Palladium di Roma e Auditorium Santa Scolastica di Rieti
Magic Circles
06 Ottobre 2023 - 08 Ottobre 2023

Il buio totale si dirada ed appare un grande cubo trasparente, le cui quattro pareti quasi invisbili sono una barriera insuperabile che separa dal mondo esterno chi sta all’interno. E all’interno sta l’adolescente Martin, rannicchiato a terra, senza espressione, che gioca con delle biglie, emettendo suoni e parole senza senso. All’esterno stanno gli altri - un altro mondo rispetto a quello di Martin - e fanno frequenti ma brevi apparizioni, ma non hanno un volto e un’individualità ben definite  per Martin, infatti spesso un personaggio è affidato a più voci.

 Martin è un personaggio immaginario, in cui Guido Barbieri - autore del libretto di Magic Circles - condensa le storie di diverse persone affette da quella che nell’Ottocento fu definita sindrome dell’idiot (scusate, erano altri tempi) savant, cioè la sindrome di Asperger unita a capacità letteralmente sovraumane in uno specifico settore, che sia la matematica o la musica o altro. Mentre il Martin adolescente continua a giocare ossessivamente con le sue biglie, entra nel cubo un altro attore, che è Martin da adulto, capace di esprimersi seppur con qualche particolarità del linguaggio e di raccontare la sua vita e l’incontro con il Dottor  Oliver (chiaramente è Oliver Sacks), che dal “Martin di non adesso” ha fatto uscire il “Martin di adesso”, patito per il disegno come George Widener, affetto dalla sindrome di Asperger, che da adulto ha rivelato una dote speciale per il disegno, oggi internazionalmente riconosciuta.

Non esiste e, dato il soggetto, non può esistere una vera e propria azione, ma ci sono egualmente momenti fortemente teatrali (quando i compagni di scuola e l’insegnante stesso deridono Martin) o che suscitano forte emozione (quando i due Martin, quello di non adesso e quello di adesso, si ricongiungono, prendendosi per mano e ripetendo insieme le battute di un vecchio cartone animato che tanto piaceva ad entrambi). Ma quel che il testo di Barbieri e la musica di Fabrizo De Rossi Re cercano non è certamente piazzare dei coup de théâtre, ma narrare un caso esemplare di sindrome di Asperger, introdurci e immergerci in un mondo e in una condizione umana che non conosciamo.

Forte della sua grande esperienza con la parola e con il teatro come compositore e anche come performer, Fabrizio De Rossi Re vince l’impossibile scommessa di mettere in musica un’opera in cui è pressoché impossibile cantare. E in effetti non si canta molto: Martin da adolescente è un personaggio muto, Martin di adesso è interpretato da un attore. Ma la musica ha egualmente un ruolo fondamentale. Si passa dalla musica ripetitiva che commenta le azioni compulsive di Martin adolescente all’aspra polifonia di un piccolo gruppo vocale che rappresenta gli altri, da voci e rumori registrati a semplici nenie infantili,  senza che si abbia la sensazione di frammentarietà, perché la framentarietà della musica è speculare al mondo frammentato di Martin e riesce, per quell’ora o poco più che dura questa piccola opera, in quel che sembrerebbe impossibile, cioè far entrare anche noi persone “normali” in quel mondo a noi incomprensibile e misterioso.

Magic Circles non richiede molto per essere realizzata, ma tutto deve funzionare perfettamente. E così è stato. Asciutta, calibratissima, senza un movimento in più o in meno del necessario la regia di Cesare Scarton. Scena di Andrea Tocchio, costumi di Giuseppe Bellini, motion graphics di Flaviano Pizzardi. Martin giovane, muto, era interpretato da Andrea Hegedus, e Martin adulto, che ha ritrovato l’uso della parola, da Vinicio Marchioni, che molti conoscono grazie al teatro e alla televisione. I momenti vocali erano affidati all'EVO Ensemble (che ha visto come cantanti Alessandro Cavazzani, Emanuele Gizzi, Ervin Dos Santos e Virginia Guidi, coordinatrice anche dell'ensemble stesso) e ai due soprani Sabrina Cortese e Maria Chiara Forte. Precisi e calibrati gli interventi strumentali del Reate Festival Modern Ensemble, diretto impeccabilmente da Gabriele Bonolis.

Tutto esaurito per la trasferta del Reate Festival al Teatro Palladium di Roma e tantissimi applausi.     

 

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