Anche sul fronte della musica classica abbiamo compilato il nostro elenco delle più interessanti uscite discografiche per il 2022, frutto del lavoro a più mani e diviso tra musica antica (a cura di Paolo Scarnecchia) e repertorio classico-contemporaneo (a cura di Stefano Nardelli e Alberto Massarotto). A differenza dei best of degli album jazz e degli album pop, qui ci siamo limitati al più sobrio numero di 15 titoli.
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Antica
Avete mai avuto occasione di ascoltare le musiche di Frauenlob, Vicente Lusitano, Mateo Flecha, Pedro de Cristo, John Coprario, Elizabeth Jacquet de la Guerre, Francisco Soto de Langa…?
Forse di rado o persino mai, ma per fortuna la produzione discografica dei gruppi di musica antica, frutto di studi e ricerche costanti, riserva spesso piacevoli soprese. Non si finisce mai di scoprire nuova musica e autori dimenticati, o parti del repertorio di compositori noti ancora da esplorare. Questi sono solo alcuni dei titoli apparsi nel corso del 2022 che offrono l’opportunità di approfondire il panorama musicale europeo che per semplicità e praticità si suddivide nei tre grandi periodi di Medioevo, Rinascimento e Barocco. Si tratta prevalentemente, ma non esclusivamente, di musica vocale che è sempre molto ricca di riferimenti storici e allegorici.
1. Cantoría, Ensaladas, Ambronay
Dopo aver goduto del sostegno del programma europeo Eeemerging, l’ensemble vocale Cantoría approda al suo felice debutto discografico con il repertorio che ha contribuito a far conoscere questo giovane quartetto vocale, quello del maggior artefice del genere musicale delle ensaladas, Mateo Flecha senior. In questo affascinante e divertente tipo di quodlibet iberico si percepiscono influenze della tradizione del villancico e della chanson parigina mescolate a inflessioni popolaresche affini a villanelle, moresche e canzonette con spunti madrigalistici.
2. Cupertinos, Pedro de Cristo. Magnificat, Hyperion
Il nome di Pedro de Cristo è forse il meno noto tra quelli dei compositori dell’epoca d’oro della polifonia portoghese, alla quale l’ensemble Cupertinos diretto da Luís Toscano ha dedicato la propria attività. Oltre al suo Magnificat octavi toni, il disco contiene anche la Missa Salve Regina e numerose antifone mariane che testimoniano la profonda devozione del musicista di Coimbra nato verso la metà del Cinquecento. L’ensemble vocale è stato fondato nel 2009 grazie al sostegno della Fondazione in memoria del banchiere Cupertino de Miranda, e da allora ha riportato alla luce molta musica contenuta nelle fonti manoscritte.
3. Ensemble Amarillis, Jacquet de la Guerre Judith & Sémélé, Evidence
Le cinque musiciste dell’Ensemble Amarillis diretto da Héloïse Gaillard hanno dedicato un disco alla produzione vocale di Élisabeth Jacquet de La Guerre, compositrice dell’epoca del regno di Luigi XIV. Oltre alle due cantate Judith e Sémélé contenute in due differenti raccolte del 1708 e del 1715, sono presenti anche il Trio Sonata op. 4, e la Suite en Sol majeur contenuta nella raccolta Pièces de clavecin qui peuvent se jouer sur le violon del 1707, qui registrata per la prima volta.
4. Ensemble Céladon, Under der Linden. Gesänge der Minnesänger, Ricercar
L’onda lunga della lirica cortese dalla Provenza si è diffusa attraverso la Francia grazie ai trovatori e i trovieri fino ad arrivare nelle aree di lingua germanica dove ha ispirato i Minnesänger, cantori dell’amore, e l’arte della poesia gnomica tedesca. L’Ensemble Céladon diretto dal controtenore Paulin Bündgen ha selezionato gli autori più rappresentativi di questa fioritura artistica medievale intonandone i versi insieme a Clara Coutouly.
5. Gothic Voices, The Splendour of Florence, Linn
Se non si legge il sottotitolo di questo disco che appare in caratteri più piccoli, “with a Burgundian Resonance”, si potrebbe essere tratti in inganno perché non c’è traccia di autori italiani, ma si tratta invece di compositori franco-fiamminghi a cominciare da Dufay, che fu attivo nella città toscana, e poi Caron, Ockeghem, Loyset, Busnois, Ghizeghem, Agricola, Tinctoris, oltre a qualche anonimo. La loro musica è contenuta in diversi manoscritti, ma la scelta dei mottetti e delle chanson è stata ispirata dal contenuto di due codici conservati a Firenze, e dunque si potrebbe parlare piuttosto di polifonie degli oltremontani con risonanze fiorentine.
6. Le Concert de l’Hostel Dieu, 50-50, Aparte
Il videoclip clip realizzato a partire da Let me freeze again, una delle composizioni contenute in questo disco, ha ottenuto il premio come “Best Music Video” da parte di tre festival internazionali, e con l’ enigmatico titolo di 50-50 l’ensemble Le Concert de l’Hostel Dieu diretto da Franck-Emmanuel Comte ha voluto indicare specularmente la compresenza di musica del passato, quella del Seicento di Purcell e di Lully, e quella contemporanea di Martin Harry e di David Chalmin. Ma il compositore inglese si è ispirato al sommo artefice della tragédie lyrique e a Charpentier, mentre l’eclettico musicista francese ha rielaborato alcune pagine dell’Orfeo Britannico.
7. Pluto-Ensemble & Hathor Consort, John Coprario. Parrot or Ingenious Parodist?, Ramée
Anche se il nome di John Coprario campeggia sulla copertina di questo disco la presenza di musiche di altri autori è giustificata dalla domanda che segue dopo il suo nome: pappagallo o ingenuo parodista? Poiché si conosce molto poco della sua vita e nelle diverse fonti il suo nome appare in diverse varianti, nelle note del libretto Silke Leopold si chiede se si tratti veramente di un compositore inglese che italianizzò il proprio nome per seguire la moda o viceversa. In ogni caso ci sono voluti due ensemble per accostare le parodie e le parafrasi fatte da Coprario delle musiche altrui agli originali di Marenzio, Monteverdi, Vecchi e altri autori: le voci del Pluto Ensemble diretto da Marnix de Cat e gli strumenti dell’Hathor Consort diretto da Romina Lischka.
8. The Marian Consort, Vicente Lusitano Motets, Linn
Nella storia della musica del Cinquecento il nome di Vicente Lusitano viene ricordato per i suoi trattati di teoria musicale, mentre in genere viene trascurata la sua attività compositiva apparentemente limitata a una raccolta di mottetti. The Marian Consort, diretto da Rory McCleery, ha selezionato i più interessanti tra quelli che rappresentano le sperimentazioni cromatiche dell’arte contrappuntistica, comprendendo anche i mottetti mariani che attraverso la parodia e l’ampliamento della tessitura rappresentano un omaggio a Josquin Desprez.
9. Voces Suaves, Jacques de Wert. Versi d'Amore, Arcana
Il ritratto della maturità del musicista fiammingo fatto dall’ensemble Voces Suaves è costruito attraverso l’esecuzione di alcuni intensi madrigali tratti dai suoi ultimi libri, nono, decimo e undicesimo, stampati tra il 1589 e il 1595, e di alcune musiche contenute nel Primo libro di canzonette villanelle del 1589. Queste sono la parte meno nota della sua produzione artistica del polifonista attivo alla corte dei Gonzaga scomparso a Mantova nel 1596.
10. Ensemble 1700, Pastorale, Deutsche Harmonia Mundi
Attorno alle feste di fine anno non poteva mancare un titolo dedicato a musiche invernali e natalizie, e tra i numerosi dischi ispirati dal calendario dell’Avvento questo proposto dall’Ensemble 1700 diretto da Dorothee Oberlinger, coadiuvato dai fiati di Li Piffari e le Muse, nella versione per il mercato germanico contiene brevi letture di narrativa in tedesco e musiche molto note, ma non soltanto perché c’è anche qualche pagina non consueta da scoprire. Ma sia queste che le letture mancano nella edizione internazionale.
Classica e contemporanea
11. Giacomo Meyerbeer, Robert le diable, Opéra français - Palazzetto Bru Zane
Figura chiave del genere francese grand opéra, Giacomo Meyerbeer con Robert le diable compose uno dei più grandi successi a livello mondiale con riprese in 1843 teatri in meno di dieci anni dopo la prima parigina del 1831. Oggetto di frequenti attacchi anche di sapore antisemita con Wagner come capofila, i lavori di Meyerbeer oggi sono raramente rappresentati per le dimensioni mastodontiche delle masse impiegate e per la complessità della scrittura soprattutto vocale. Non fa certo eccezione Robert le diable, di cui oggi esiste solo una manciata di registrazioni. La nuova registrazione pubblicata nella collana “Opéra français” delle edizioni del Palazzetto Bru Zane non solo meritoriamente colma una lacuna nella discografia di quest’opera, ma si offre come edizione di riferimento per lo spesso teatrale impresso dalla direzione di un esperto meyerbeeriano come Marc Minkowski, l’eccellenza del cast vocale, l’accuratezza filologica e per la qualità della registrazione complementata dal solito corredo di materiali nel libro che accompagna la registrazione.
12. Iannis Xenakis, Pléïades & Persephassa, Les Percussions de Strasbourg
Nel 2022 il centenario della nascita di Iannis Xenakis si è intrecciato ai sessant’anni della fondazione di Les Percussions de Strasbourg, storico gruppo di percussionisti votati alla musica nuova. In tributo a queste importanti celebrazioni è uscito il disco Xenakis: Pléïades & Persephassa che racchiude una nuova lettura di due lavori capitali di uno tra i massimi compositori del Novecento. Tenuti a battesimo dallo stesso Ensemble rispettivamente nel 1979 e nel 1968, Pléïades è legato all’entrata in scena del sixxen, nuovo strumento costruito da Robert Herbrad su espressa richiesta dello stesso Xenakis. Con la sua percussività incantatoria e ancestrale, Persephassa ha rappresentato un fondamentale esempio di esplorazione musicale in termini di spazializzazione del suono.
13. Salvatore Sciarrino, Musiche per il Paradiso di Dante, Kairos
Un po’ in ritardo sull’anno dantesco 2021, Kairos pubblica per la prima volta in CD le Musiche per il Paradiso di Dante di Salvatore Sciarrino eseguite dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius. Nate nel 1993 per un progetto drammaturgico a Ravenna e più recentemente riproposte per una “mise en espace” curata dal collettivo Anagoor a Bassano del Grappa e a Padova nel settembre 2021, grazie a questa registrazione la composizione di Sciarrino ritrova una dimensione puramente acustica che grazie al gusto interpretativo di Marco Angius e la cifra esecutiva dell’Orchestra di Padova e del Veneto una efficace e preziosa documentazione di un lungo percorso artistico maturato dal compositore siciliano a partire dalle storica “Lectura Dantis” di Carmelo Bene a un anno dalla strage della stazione di Bologna.
14. Abrahamsen, La regina delle nevi, Bayerische Staatstoper
Prima opera del danese Hans Abrahamsen, composta alla soglia dei 67 anni a coronamento di un lungo percorso attraverso la neve iniziato da Schnee nel 2008, The Snow Queen è tutt’altro che un lavoro per bambini nonostante il soggetto sia tratto dalla favola di Hans Christian Andersen. Decisamente per grandi è l’allestimento firmato Andreas Kriegenburg per la prima assoluta in lingua inglese andata in scena all’Opera di Stato Bavarese nel 2019 (pochi mesi dopo quella in danese a Copenhagen) e riprodotta nel DVD pubblicato dallo stesso teatro. Protagonista è Barbara Hannigan, perfetta come può esserlo un’interprete quando un ruolo è modellato sulle sue doti vocali e interpretative, come Abrahamsen ha fatto. Come qualcuno ha scritto, questa Snow Queen è un fiocco di neve, la cui purezza esterna cela una grande complessità interna: Cornelius Meister e l’Orchestra di Stato Bavarese fanno risplendere quel fiocco di neve in tutto il suo inquietante fascino.
15. Fiorenzo Carpi, Pinocchio & more, Warner
Nell'anno dei remake cinematografici di Robert Zemeckis e Benicio Del Toro, Pinocchio & more celebra i cinquant’anni dello storico sceneggiato RAI firmato da Luigi Comencini e i venticinque della morte di Fiorenzo Carpi, autore delle musiche. Oltre a Le avventure di Pinocchio, il disco racchiude alcuni tra i più importanti lavori di Carpi riportando alla luce la figura di uno tra i più importanti compositori di cinema e teatro. In questo campo è stato fondamentale l’incontro con Giorgio Strehler, avviando un sodalizio durato cinquant'anni, per il quale scrisse le canzoni della mala e le musiche per le più importanti produzioni del regista. Pagine che oggi è possibile riascoltare grazie all’esecuzione dell’Orchestra LaVerdi di Milano diretta da Giuseppe Grazioli, tra le Suite tratte dal Goldoni di Strehler e Cirano di Proietti, oltre alla colonna sonora dell’indimenticabile Marcellino pane e vino.