La navigata eleganza di Rava ed Hersch
Un gioco a due, ricercato e raffinato, raccolto nel nuovo disco realizzato da Enrico Rava e Fred Hersch
Poco meno di un mese fa è uscito questo album per l’etichetta di Manfred Eicher che vede protagonisti Enrico Rava e Fred Hersch, due artisti – diciamo così – dalla consolidata esperienza qui impegnati in un dialogo coinvolgente, articolato in alcuni brani che restituiscono un’affinità espressiva dalla rara compiutezza. Registrato a Lugano nel novembre dello scorso anno, The Song is You sugella l’incontro tra due personalità ampiamente affermate nel panorama jazzistico – un duo, peraltro, impegnato da qualche tempo in diversi concerti dal vivo nel nostro Paese – offrendo un percorso di ascolto variegato e coinvolgente.
Già dal primo brano, “Retrato em Branco” (Antonio Carlos Jobim/Chico Buarque), i due artisti tracciano i caratteri di due personalità, appunto, differenti e complementari, espresse nell’intreccio tra la densa sensibilità armonico-digitale espressa dal pianoforte di Hersch e il suono compatto e fluente, screziato di personali venature timbriche del flicorno di Rava. Ma se in occasione della composizione di Jobim-Buarque i due musicisti si sono mossi attraverso una sorta di cauta e misurata eleganza, nella traccia successiva hanno saputo distillare approcci e rimandi diversi, convogliati attraverso i liberi interventi che hanno costruito un’improvvisazione composta con navigata misura attraverso uno scambio sempre aperto ed efficace.
Passando oltre le raffinate interpretazioni di pagine quali “I’m Getting Sentimental Over You” (George Bassman/Ned Washington) e il brano eponimo firmato da Jerome Kern e Oscar Hammerstein II, arriviamo a “Child’s Song”, composizione originale di Fred Hersch che, con la sua linea melodico-armonica morbidamente immediata, ci pare rievocare atmosfere conosciute e famigliari, così come pare fare la più breve “The Trial”, l’originale traccia seguente firmata da Rava e che, nei frammenti melodici un poco più bluseggianti, pare richiamare la successiva “Misterioso”, forse l’interpretazione più ispirata del disco e primo omaggio alla musica di Thelonious Monk. Al pianista e compositore statunitense è infatti dedicato anche l’ultimo brano del disco, quella celeberrima “‘Round Midnight” che qui vede il solo pianoforte di Fred Hersch chiudere “in solitaria” un disco frutto di una decantata espressività e nutrito da una feconda e piacevolissima immediatezza.