Che uno studioso curioso, originale e fuori dagli schemi come Giorgio Rimondi si dedicasse a un’ampia riflessione sull’Afrofuturismo sembra del tutto naturale, dal momento che la sua ricerca transdisciplinare sulle culture afroamericane ha spesso incrociato temi e personaggi che possono trovare casa sotto questo termine introdotto da Mark Dery nel 1994.
L’invasione degli Afronauti (234 pp., Shake edizioni, 2022) indaga i territori dell creatività nera nella musica, nella letteratura e nel cinema attraverso la lente dell’Afrofuturismo, in una complessa rete di segni e significati che lega le persone afroamericane a un’idea di futuro temporalmente differente da quella lineare cui siamo abituati, in dialogo con lo spazio e con l’antichità, proiettando la otherness aliena dall’esperienza tragica della slave ship a quella della space ship e fornendo chiavi di lettura e di immaginazione che sfuggono alla tassonomia occidentale di tradizione europea.
In densi ma scorrevoli capitoli Rimondi dà conto del rapporto della cultura afroamericana con la tecnologia e la fantascienza, analizza il percorso di Sun Ra e George Clinton, recupera l'essenziale epifania di Mumbo Jumbo di Ishmael Reed, coinvolge Rammellzee, Greg Tate e Toni Morrison, in un affresco che si materializza nell’ultima parte in un crescendo in cui mette in dialogo Janelle Monae, Walter Benjamin, Kodwo Eshun e Gilles Deleuze sullo sfondo di un’umanità sempre più inevitabilmente multidimensionale.
E se proprio il testo di Eshun, Più brillante del sole, tradotto recentemente da Nero Edizioni – con tutte le difficoltà del caso, dal momento che la scrittura dello studioso britannico è volutamente innovativa e complessa (lo stesso Rimondi la definisce felicemente come “Finnegan’s Wake psichedelico”) – si poneva sin dalla sua uscita come un affascinante dispositivo in grado di suggerire come la dialettica tra esistenza nera e fantascienza ci faccia superare l’aspetto di identificazione puramente razziale e sposti l’accento sul rapporto umano/macchina, l’ampia riflessione di Rimondi proietta queste suggestioni all’interno di un sistema di labirintica articolazione filosofico/culturale, in cui convivono posizioni anche molto differenti, ma accomunato dalla possibilità di illuminare con luce nuova i temi della giustizia sociale e del nostro stare al mondo.
Lavoro interessantissimo e stimolante, ricco di bibliografia e spunti. Da avere!