Haendel torna a Gottingen
In scena Rodelinda diretta da Cummings
Göttingen nel Land Niedersachsen, cittadina tedesca sopravvissuta alle distruzioni belliche, da secoli think tank della dinastia degli Hannover, oggi reali inglesi, è sede di università dal 1737.
La città ospita I’International Händelfestspiele Göttingen da… 101 anni! Da quel lontano 1920 quando Oskar Hagen, imbattutosi casualmente nella partitura di Rodelinda, volle rappresentarla. Questo il seme del festival, lo scorso anno centenario, protagonista e promotore del ‘Händel Renaissance’.
Anniversario importante quello del 2020, ma impossibile da celebrare, causa Covid. Compito della 101° edizione il recupero delle celebrazioni con l’avvicendamento del tandem Laurence Cummings/Tobias Wolff, George Petrou/Jochen Schäfsmeir, rispettivamente Direttore Musicale e Direttore Artistico.
Tre motivi per non mancare la produzione: ascoltare l’opera nel Deutsches Theater, bomboniera di legno del 1890, dove l’acustica impietosa rende inutili i sottotitoli ma la dizione, quando avventurosa, non passa inosservata; l’imperdibile atmosfera nordica agli intervalli quando gli ultimi raggi di sole accarezzano il perlage del Sekt come a Drottningsholm o Glyndebourne; la straordinaria interpretazione di Cummings che sviscera la partitura esaltando ogni nuance di colore: la palette dei sentimenti trasformati in musica. Simbiotica la FestspielOrchester Göttingen in stato di grazia.
Altrettanto non si può dire dell’interpretazione piuttosto tecnicistica del cast. Tutti un po’ in affanno sugli acuti come Thomas Cooley (Grimoaldo). Paradossalmente vanno meglio i controtenori: bravissimo Owen Willets (Unulfo) e Christopher Lowrey (Bertarido). Anna Dennis (Rodelinda), voce matura, agile, piena. Franziska Gottwald (Eduige), ha un bel timbro come Julien Van Mellaerts(Garibaldo) che ha il giusto colore del teppistello fascista della prima ora nella lettura registica di Dorian Dreher: in Germania, dove c’è prevaricazione, l’accenno al Nazismo oblige. Dopo il finale un flash: un diavolo su una pila di libri con una torcia in mano pronto al falò. Evidente citazione della Kristallnacht: attenzione il male è sempre pronto a risorgere! Qui che c’è il monumento di Corrado Cagli memoria dell’infausta notte del 1938.
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