Prosseda tra Schubert e Morricone

A Musica sotto le Stelle 2021 per l’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli

Roberto Prosseda e TeoTronico
Roberto Prosseda
Recensione
classica
Teatro delle Palme, Napoli
Roberto Prosseda
08 Giugno 2021

Roberto Prosseda ha inaugurato l' 8 giugno la rassegna Musica sotto le Stelle 2021 per l’Associazione Alessandro Scarlatti di Napoli, non proprio sotto un cielo stellato – ma per maltempo – al teatro delle Palme e di fronte ad un pubblico entusiasta. Prosseda è apparso emozionato ed efficace nella lettura di brani originali per pianoforte di Ennio Morricone, ma anche Bach, Mendelssohn, Schubert e Brahms. Non alla ricerca di un'essenza che stupisce, un modo per essere superiori ma con passione e interpretazione come sempre sanguigna ha catturato il pubblico napoletano. 

 

Aprono il concerto tre invenzioni a tre voci in la minore, sol minore e re minore di Johann Sebastian Bach, e Invenzione, Canone e Ricercare inedito di Morricone. Colorano di suono la sala le invenzioni, incuriosiscono e divertono i contrappunti e gli accordi struggenti del finale del Ricercare. Ma sale l'attesa per i lied ohne Worte op. 53 e op. 67 di Mendelssohn, che duettano con i temi da Il Deserto dei Tartari e Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. La facilità nel discorso musicale di Prosseda è ovunque nell'intesa con il pianoforte e, con tutto il rispetto per un gigante come Mendelssohn, la musica di Morricone sembrava un’arte senza tempo. Sfumature e attacchi impeccabili. Il pianoforte sembrava indirizzato a suonare verso la platea, diretto e travolgente anche nei due studi n. 1 e n. 2 per pianoforte di Morricone. La mano destra forte e tenace nei disegni ossessivi, la sinistra invece con potenza di suono e a volte raffinato intimismo. Ne risultava un Morricone che si trasforma in una discorsività libera e mutevole, quasi leggerissimo e sempre imprevedibile, ora profondo, dal timbro impressionante, ora tetro e visionario, segnato dalla zampata di pantera, dal tocco inconfondibile di uno dei più eclettici pianisti italiani di sempre.

 

A seguire, con ancora il ricordo dei temi di Morricone, è Schubert che giganteggia con il suo pianismo di ricca tavolozza timbrica: si svincola radicalmente da tutto il sentimentalismo che vorrebbe la musica tedesca suonata bene dai tedeschi, quella italiana dagli Italiani, ecc., ma con qualche rischio, pur cogliendo aspetti musicali profondi, Prosseda ne reinventa il suono. Già dagli Improvvisi op. 90 n. 1 e 2, ritmico, con scale continue, alla prima occasione in contrasti di morbidezza, è tutto suonato decisamente lirico con balzi sempre più acuti. Nella Ballata op. 10 n. 2 di Johannes Brahms, invece, all'attacco è un piacere l'equilibrio timbrico sul filo del rasoio. Tanta qualità, i contrasti sonori non potrebbero essere meglio tratteggiati, con squarci di luce splendidi.

 

Per Prosseda alla fine grandi applausi, come sempre con gesto di alta scuola, con tecnica e poesia a gran voce, compatto nel timbro e con lirismo impressionante negli ultimi brani di Morricone Il pianista sull’oceano, Rag in frantumi. Ma è il bis del tema dal film Nuovo Cinema Paradiso, melodia simbolo del compositore italiano, in cui ogni nota è incisa nel cristallo. La bellezza del tema te la porti dentro come un ricordo indelebile, impercettibile nella scorrevolezza, prima tagliente poi soave nel rallentato, quasi come scomparisse, che vale tutto il concerto.

 

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