Ma quanto ci era mancato il Premio Parodi?
Ritorna il Premio Parodi di Cagliari: vincono Still Life e Alessio Arena
Tanto si aspettava il ritorno dal vivo che alla fine tutto è sembrato scappar via in un lampo: i due giorni del Premio Parodi – rinviato lo scorso autunno e recuperato in modalità “ibrida” lo scorso weekend, in diretta streaming dal Teatro Si' e Boi di Selargius, cintura di Cagliari – sono cominciati e finiti quasi senza che ce ne si accorgesse. Ma intanto si è ripartiti, e non sembra vero.
– Leggi anche: Viva il Premio Parodi, sempre meno premio
Il Premio Andrea Parodi, organizzato dalla fondazione con lo stesso nome e dedicato al cantante scomparso nel 2006, si è costruito in questi anni una solida fama nel settore sostanzialmente per due ragioni. La prima è il taglio della proposta, incentrata sulla “world music”, che lo differenzia in maniera sostanziale da buona parte delle altre rassegne e concorsi che popolano il nostro Paese. La seconda è che ha saputo essere un esempio e un capofila nel “fare rete” – espressione inflazionata e spesso citata un po’ a caso, ma che in questo caso è invece una buona pratica portata avanti con coerenza dalla direzione artistica, in carico a Elena Ledda, e dalla fondazione presieduta da Valentina Casalena.
Dunque, collaborazioni con festival “fratelli” (dal Premio Loano a Folkest a Mare e Miniere) e soprattutto la capacità di costruire una comunità di persone che intorno al Parodi gravita: musicisti, giornalisti, organizzatori… una comunità reale che da anni si ritrova a Cagliari per scambiarsi idee e ascoltare nuova musica, e che ha qui trovato il suo luogo di incontro privilegiato.
La pandemia, ovviamente, ha limitato di molto la possibilità di stare insieme: le serate ridotte a due dalle tre originarie e trasmesse in streaming; la “comunità” del Premio in gran parte dispersa, con pochi addetti ai lavori, tra cui chi scrive, ammessi al teatro e limitati dalla zona arancione e dal coprifuoco; nessun evento collaterale (salvo un incontro, online, con Nuovo Imaie); un solo ospite, l’organettista Pierpaolo Vacca (che ha comunque fornito un set di altissimo livello, dimostrando una volta di più come l’organetto diatonico sia veramente lo strumento di riferimento per i giovani musicisti che vogliono sperimentare a partire da matrici “folk”). Eppure, c’è stata comunque la sensazione di ritrovarsi, finalmente, dopo un lungo inverno.
Per venire alla cronaca, il Premio Parodi 2021 (o 2020?) è stato vinto da Still Life, duo italo-portoghese basato a Barcellona e composto dalla cantante Margherita Abita e dal violinista João Silva (a loro anche la menzione per la miglior musica, quella per la migliore interpretazione, il premio dei ragazzi e il Premio Bianca d’Aponte International). Proposta molto interessante, minimale, basata sull’interazione tra il violino – filtrato attraverso pedali e loop vari – e voce. Still Life non era necessariamente il progetto dal maggior impatto immediato (la vittoria – comunque meritata – giunge in effetti un po’ a sorpresa) ma il brano in gara, “Tempo”, è cresciuto con gli ascolti e il duo ha dimostrato una buona capacità di sfruttare a proprio vantaggio i limiti della formazione voce-corde. La cover dal repertorio di Andrea Parodi, tradizione fissa della seconda sera del Premio (qui spostata nell’ultimo appuntamento) lo ha dimostrato, pur nell’“errore” di un’interpretazione fuori fuoco rispetto al testo. A Still Life è toccata infatti “No mi giamedas Maria”, resa con un gusto un po’ (troppo) brasileiro ma decisamente originale nell'arrangiamento.
Eccellente nella resa del brano di Andrea Parodi è stato invece Alessio Arena, vincitore del premio della critica assegnato dalla giuria dei giornalisti – oltre che, appunto, del premio per la migliore cover con “Ninna Noa” e della menzione per il miglior testo con il brano in gara, “Los niños que vuelan”. Era – lo ammetto – il mio candidato per la vittoria assoluta, con Still Life al secondo posto: una grande voce e un’eccellente capacità di scrittura, già dimostrata in diversi lavori come cantautore e non solo.
In effetti, al netto dei risultati, il livello medio dei concorrenti era davvero molto alto. Forse anche per l’assenza di occasioni di visibilità di questo livello, al Premio Parodi si iscrivono da ormai qualche anno musicisti dalla carriera ben avviata. È il caso – ad esempio – di Maria Mazzotta, che si è aggiudicata la menzione della giuria internazionale, o dei Kalascima, da tempo attivi in un circuito di festival europei e non solo, o di Eleonora Bordonaro. Tutti hanno fornito prove convincenti, così come gli altri partecipanti Stefania Secci Rosa (per lei anche la menzione per il miglior arrangiamento), Ars Nova Napoli, Elena D’Ascenzo e Danilo Ruggero.
Si diceva: per la tanta attesa che accompagnava il ritorno sul palco, il festival appena cominciato è finito molto rapidamente. Poco male, le selezioni per la nuova edizione 2021 sono già in corso. E sì, il Premio Parodi ci era mancato molto.
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