Il Cantiere c’è
Dal 23 luglio al 2 agosto a Montepulciano e sul territorio la Quarantacinquesima edizione del festival fondato da Hans Werner Henze.
Distanziati, ma si può. Per la sua quarantacinquesima in tempi di Covid, il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano propone dal 23 luglio al 2 agosto (con eventi anche a Cetona, Chianciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena e Trequanda) un cartellone che il direttore artistico Roland Boer intitola “Caos e Creazione – scienza arte utopie”, e se davvero il ritorno alle esecuzioni di musica in pubblico e con il pubblico poteva sembrare utopico fino a pochi giorni fa, il festival si terrà, ovviamente privilegiando gli spazi aperti, e non ci farà mancare gli abituali concerti grandi in Piazza Grande per cui si assicurano biglietti a prezzi più accessibili, perché si tratta anche di far tornare il pubblico. È stato infatti adottato dall’Agis e sottoposto al Comitato Tecnico Scientifico, quello che vigila su ciò che si può fare e no, il documento promosso dall’Orchestra Cherubini sulle modalità di attuazione dei concerti dal vivo, e visto che il Cantiere è in grado di montare un palco di 170 mq nella grande piazza poliziana, avremo tre orchestre, ma ovviamente su programmi per insiemi di taglia cameristica o piccolo-sinfonica, per poter garantire le distanze adeguate. E in verità da questa situazione di crisi, o caos, appunto, emergono scelte molto interessanti: i Solisti Aquilani diretti da Roland Boer il 24 luglio con un bell’impaginato sul Settecento europeo di Rebel, Vivaldi, Haendel, che parte proprio dall’evocazione del Caos primigenio dal balletto Les Elements di Jean-Ferry Rebel, poi l’Orchestra della Toscana diretta da Markus Stenz con Beethoven (Le Creature di Prometeo, la Terza) e con la prima assoluta di Idyllium di Detlev Glanert (30 luglio) e infine, in chiusura, la giovane Orchestra Poliziana diretta da Boer ancora per Beethoven, tra cui il Terzo concerto pianistico beethoveniano e il Concerto per violino affidati rispettivamente a Mariangela Vacatello e Francesco D’Orazio (2 agosto). C’è una prima teatrale di rilievo con Fuga a tre voci, pièce di Marco Tullio Giordana ispirato al carteggio fra Hans Werner Henze, l’indimenticato fondatore del Cantiere, e Ingeborg Bachmann, con Alessio Boni, Michela Cescon, e come terza voce la chitarra di Giacomo Palazzesi (1 agosto), e ci sono le giovani compagnie legate al territorio e ai suoi talenti autoriali, teatrali, visuali, coreografici e musicali, per altre manifestazioni di teatro, cinema e danza. Segnaliamo almeno la pièce di Carlo Pasquini dedicata al tema del confinamento, Propizio sapere dove recarsi, che sfrutterà le nobili architetture del Cortile di Palazzo Ricci (26 luglio), e Le voyage dans la lune, cortometraggi muti dedicati ad una delle grandi utopie dell’umanità e accompagnati da un piccolo ensemble (25 luglio). Ed è luna, con le suggestioni di Ellington e Monk, anche per il piano jazz di Michele Franzini con il suo How hig the moon (27 e 28 luglio). Per la proposta cameristica segnaliamo almeno il Quartetto Fonè con la prima assoluta di un quartetto di Giovanni Testoni affiancato al Beethoven dell’op. 132 e a Sollima (28 luglio), e, in collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole un Settimino di Beethoven eseguito da musicisti cresciuti nella Giovanile Italiana (31 luglio), che sarà poi ripetuto a Lampedusa nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della nascita di Piero Farulli. Una preziosità è senz’altro la proposta della versione per due pianoforti dei Pianeti di Holst affidata al celebre Leslie Howard e al giovane Ludovico Trancanetti (25 luglio). In questo programma che parte dal caos e poi guarda molto al cielo, alle stelle, ma anche all’umanità eroica di Beethoven e Prometeo, la conclusione sarà con il Prométhée-Le poème du feu di Skrjabin, evocato sul pianoforte da Roland Boer, con le installazioni luce (come da partitura) di Gianni Trabalzini e Alessandro Martini (2 agosto in Piazza Grande). Programma completo www.fondazionecantiere.it.
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