Parma Capitale Italiana della Cultura (e della musica?) 2020

Dopo la “tre giorni” di inaugurazione, con la presenza del Presidente Mattarella, le iniziative musicali di Parma per l’anno 2020

Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura
L'inagurazione di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020
Articolo
classica

Come cantava Lucio Dalla «l’anno che sta arrivando, tra un anno passerà», e la città di Parma si è così preparata ad accogliere questo 2020 con l’onore e l’onere di viverlo in qualità di Capitale Italiana della Cultura.

Dall’11 al 13 gennaio si è così svolta la “tre giorni” di inaugurazione di questa importante annata, frutto di un riconoscimento celebrato anche alla presenza – oltre che del ministro della cultura Dario Franceschini e di diverse autorità – del capo dello Stato Sergio Mattarella il quale, nel suo intervento alla cerimonia ufficiale di domenica 12 gennaio, dal palco del Teatro Regio di Parma ha sottolineato come “La cultura batte il tempo” sia «davvero un bel titolo per unire gli sforzi della città in questo anno, che certamente sarà per voi carico di soddisfazioni e conferirà una spinta che manterrà i suoi effetti oltre quest’anno».

Mattarella Capitale Italiana della Cultura Parma

Nella definizione dello slogan ufficiale di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020 – “La cultura batte il tempo”, appunto – ci piace immaginare che, in un ideale brainstorming tra i componenti del comitato per Parma 2020 fondato da Comune di Parma, associazione Parma io ci sto! e Unione Parmense degli Industriali, qualcuno avrà evocato il capitolo “Tenere il tempo: ritmo e movimento” del volume Musicofilia di Oliver Sacks (Adelphi, 2009): «Il ritmo trasforma gli ascoltatori in partecipanti: fa dell’ascolto un processo attivo e motorio, e sincronizza menti e cervelli (ma anche i “cuori”, giacché l’emozione è sempre intrecciata alla musica). […] il ritmo stabilisce il legame tra i sistemi nervosi dei singoli individui appartenenti a una comunità umana».

Un ritmo – un “tempo”, appunto – che la comunità di Parma (e non solo) ha iniziato a “battere” in occasione dei diversi appuntamenti che hanno scandito gli scorsi giorni di sabato, domenica e lunedì – curioso incidentale omaggio a Eduardo De Filippo – passando dalla passeggiata inaugurale “People of Parma” chiusa dal discorso del sindaco Federico Pizzarotti e dal lancio dell’inno per Parma 2020 di Raphael Gualazzi, al concerto della Filarmonica Arturo Toscanini, per arrivare alla recita della Turandot di Puccini di domenica sera, alla presenza del presidente Mattarella. Ulteriori eventi musicali disseminati nella città emiliana sono stati, tra gli altri, il concerto “Gran Partita” di Wolfgang Amadeus Mozart eseguito dall’Ensemble di Fiati dell’Accademia del Carmine del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito”, e la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini, eseguita nella Cattedrale di Parma da Ars Cantica Choir a cura della Società dei Concerti.

Un aspetto quello musicale che, nella programmazione degli eventi di Parma 2020, riveste un ruolo significativo, sia per glorie locali del passato – Paër, Verdi, Toscanini, Bottesini, Pizzetti – sia per le realtà attive in questo presente. Proprio a queste realtà, che animano la vita musicale della città emiliana, abbiamo chiesto di illustrarci le loro iniziative pensate per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020.

Anna Maria Meo
Anna Maria Meo

Anna Maria Meo, direttore della Fondazione Teatro Regio di Parma, evidenzia come «per l'anno di Parma Capitale Italiana della Cultura, la Stagione del Teatro Regio non poteva che essere speciale, per questo – partendo dal tema "La cultura batte il Tempo" - abbiamo voluto mettere al centro della riflessione il Novecento, secolo che ha avuto un approccio radicalmente nuovo al concetto di Tempo e al suo rapporto con la Musica che, dispiegandosi nel tempo, diventa quasi la manifestazione "tangibile" della dimensione temporale. Per contribuire a sanare il debito che la musica del Novecento vanta nei confronti di molti cartelloni e per dare un'occasione al nostro pubblico di ampliare i propri orizzonti musicali offrendo occasioni di ascolto che possano contribuire a rendere familiare questo repertorio, abbiamo scelto di programmare due i titoli d'opera: Pelléas et Mélisande di Claude Debussy che sarà presentato al Regio in marzo dopo oltre 50 anni dalla sua unica rappresentazione a Parma, nel nuovo allestimento di Barbe e Doucet, e Ascesa e caduta della Città di Mahagonny di Kurt Weill su libretto di Bertolt Brecht, mai rappresentata prima nella nostra città e che andrà in scena in maggio nella nuova produzione con la regia di Henning Brockhaus. Accanto a questi, nell'ambito della Stagione Concertistica, un concerto speciale che abbiamo intitolato Il Tempo dell'Europa, diretto da Marco Angius e con i live electronics di Alvise Vidolin e Nicola Bernardini, traccia un percorso attraverso alcuni dei compositori più significativi del Novecento, da Berio a Xenakis, da Maderna a Scelsi, impreziosito dal video creato appositamente da Bill Viola per Désert di Varése».

«Una programmazione trasversale, dunque, che declina il tema di Parma2020 anche nel cartellone di ParmaDanza, che offrirà al pubblico una nuova creazione, appositamente commissionata, incentrata sul Quatuor pour la fin du temps di Olivier Messiaen, commissionata al Nuovo Balletto di Toscana con la coreografia di Mario Bermudez Gil, che tradurrà in danza le tinte apocalittiche dell'omonima composizione creata nel 1941 da un Messiaen prigioniero nel campo di concentramento di Görlitz».

Alberto Triola, sovrintendente e direttore artistico della Fondazione Arturo Toscanini, sottolinea come molteplici siano «i progetti che La Toscanini curerà nell’ambito Parma 2020, Capitale della Cultura Italiana, tenendo conto della ricchezza e della vivacità del tessuto culturale cittadino così predisposto verso la musica. Lo faremo impegnando la Filarmonica, il suo principale strumento, e nel nome del dedicatario Arturo Toscanini. Per l’occasione, stiamo pensando a nuovi percorsi ispirati al tema generale su cui è imperniato il programma degli eventi “La cultura batte il tempo”. In questo senso nel 2020, prendendo in considerazione il tempo della musica, dedicheremo ai giovani musicisti tra maggio e giugno il Toscanini International Conducting Competition».

«E ancora sarà un vero e proprio focus sul tempo di Toscanini il Festival Arturo Toscanini - dal 6 al 21 giugno - (l’apertura coincide con la finale Concorso) ambientato negli spazi più significativi della città i cui appuntamenti musicali, declinati nei suoi diversi generi (sinfonico, lirico, cameristico, sacro), sono posti in dialogo con le altre arti. Azzera i tempi, propone altri generi musicali, coinvolgendo pubblici diversi, la rassegna “Fenomeni” a latere della Stagione Concertistica che intende sorprendere nel senso di arrivare prima quindi di “battere nel tempo”. Le multiformi espressioni della musica offerta in quei concerti invitano sempre l’ascoltatore al confine di qualche cosa giocando a capovolgere ogni volta il punto di vista dell’ascoltatore».

Sul fronte della musica contemporanea, Martino Traversa, compositore, direttore artistico della rassegna Traiettorie e presidente della Fondazione Prometeo, così illustra la propria partecipazione a Parma 2020: «un laboratorio, una composizione musicale e un’installazione: insieme per l’integrazione culturale. Un progetto articolato che vuole favorire l’inclusione sociale attraverso la musica e l’applicazione di tecnologie innovative e che culminerà nella realizzazione di un’architettura effimera che interagendo con i visitatori darà vita a una polifonia di luci, suoni e parole, ogni volta differente». Nel dettaglio, «Polifonia Interattiva è un progetto di sperimentazione di architettura interattiva che si pone il duplice obiettivo di favorire, attraverso la musica e la voce, l’integrazione socio-culturale e, al tempo stesso, di esplorare nuovi rapporti tra suono e spazio grazie all’applicazione di tecnologie innovative. Prendendo le mosse da un lato, dall’approfondimento di alcune parole fortemente identitarie (il cui significato ha valore universale in tutte le lingue) e dall’altro, dal “discorso agli Ateniesi” di Pericle che si pone come il più completo compendio dei valori etici che da sempre caratterizzano l’animo umano, si cercherà di riflettere su come la cultura – in particolare la musica e la sperimentazione sul suono – oltre che la conoscenza reciproca delle lingue e delle culture possano avere un impatto sociale, promuovendo l’inclusione e abbattendo la percezione negativa della diversità».

Sempre in ambito contemporaneo ma con radici jazz, troviamo le iniziative di Roberto Bonati, compositore, musicista, didatta e direttore artistico del festival ParmaJazz Frontiere, che ci racconta come «con la nostra associazione abbiamo raccolto l’invito dell’assessore Guerra a presentare un progetto in occasione della preparazione del dossier che ha permesso a Parma di ottenere il titolo di Capitale Italiana della Cultura. Così è nata l’idea de La Fòla de l’Oca/Over Time un mio nuovo lavoro intorno al Tempo. Ho pensato di ampliare un progetto che abbiamo da alcuni anni e che coinvolge giovani musicisti provenienti da prestigiose accademie europee realizzando una edizione “speciale”, declinata alle giovani generazioni, della ParmaFrontiere Orchestra che presenterà questa nuova composizione il 3 e 4 ottobre al Teatro Farnese. Durante la settimana di residenza dell’orchestra i musicisti si esibiranno in piccoli gruppi. Avremo anche alcuni concerti nella prima parte dell’anno alla Casa della Musica e un concerto in occasione dell’International Jazz Day a fine aprile. È anche in cantiere la pubblicazione di un libro sulla storia del festival ParmaJazz Frontiere che, proprio in occasione di Parma 2020, giunge alla sua XXV edizione. Siamo inoltre stati chiamati da alcuni comuni della provincia a partecipare, progettando una nuova rassegna di concerti al progetto "Val Parma e dintorni 2020 - I Sapori della Cultura” promosso da un consorzio di Comuni dell’Appennino. I concerti avranno luogo in edifici storici, castelli, badie, chiese. Credo sia importante che Parma 2020 non si lasci abbagliare da eventi spettacolari e fuochi d’artificio ma serva a solidificare e a comunicare le importanti produzioni della città e del territorio».

A Francesco Pititto di Lenz Fondazione abbiamo chiesto quali saranno i progetti che vedono nel dato musicale un elemento di particolare rilievo.

Tutta la musica di Lenz Fondazione

«Sicuramente nel progetto triennale Il Passato imminente la drammaturgia musicale, creata da Claudio Rocchetti, avrà una rilevanza linguistica fondamentale. Già nella scrittura per Il Grande Teatro del Mondo realizzato l’anno scorso in diversi spazi della Pilotta – Scalone Monumentale, Sala delle Colonne, Teatro Farnese – la composizione originale si innestava su sequenze barocche eseguite da sei clavicembalisti entrando a far parte a pieno titolo, in ogni spazio differente, della mise en site e della messa in scena. La tessitura musicale elettronica, il suono dei clavicembali, la polifonia delle voci degli interpreti ha contribuito alla creazione di un’opera barocca e contemporanea insieme. A giugno, invece, nell’installazione site specific all’Ala Nord della Galleria Nazionale, de La Vida es Sueño, auto sacramental cioè nella versione di dramma religioso com’era anche Il Grande Teatro del Mondo, la scrittura musicale ha seguito passo per passo il progredire delle prove. Il fitto dialogo tra Claudio e Maria Federica Maestri, i continui aggiustamenti e limature, hanno favorito l’incontro e l’intreccio tra le diverse timbriche e tonalità in scena – attori bambini, attori adolescenti, attori sensibili, attrice protagonista, attori e attrici anziani – in uno grande spazio che sviluppava la propria capacità di restituzione acustica esclusivamente in profondità e lunghezza. Un bellissimo lavoro di dettaglio, eleganza e profondamente teatrale. Oggi siamo già al lavoro per La vita è sogno, per l’anno di Parma Capitale della Cultura e gli spazi nei quali agiremo presenteranno nuove sfide sia per la messa in scena – drammaturgia, imagoturgia, azioni sceniche – che per la drammaturgia e la scrittura musicali. Spazi interni e all’aperto: il Cortile del Guazzatoio, i Voltoni, la Scala dei Cavalli, Scalone Monumentale, retropalco del Teatro, Teatro Farnese».

Alessandro Roccatagliati Parma 2020
Alessandro Roccatagliati

Infine, Parma è sede dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani e, passando dalla musica “organizzata e suonata” alla musica “studiata e divulgata”, abbiamo fatto quattro piacevoli chiacchiere con Alessandro Roccatagliati, dall’aprile 2019 direttore scientifico dell’Istituto, proprio in occasione, lunedì 13 gennaio, di Sant’Ilario, il Santo Patrono della città di Parma. «L’attività del nostro Istituto – racconta Roccatagliati – prevede per questo 2020 una serie di iniziative che, nell’ambito delle azioni di indagine e ricerca tradizionalmente sviluppate dalla nostra realtà, intendono mettere a fuoco alcuni momenti di approfondimento concretizzati in attività convegnistiche e editoriali. Si tratta di progetti che da un lato si collocano nella scia di una produzione scientifica che caratterizza il nostro Istituto fin dalla sua fondazione, dall’altro aprono al confronto sui temi verdiani sia sul versante delle diverse declinazioni che l’opera di Verdi sollecita oggi nel panorama contemporaneo, sia nel rapporto con le diverse realtà locali con le quali sviluppare occasioni di divulgazione di qualità. Convegni, incontri, pubblicazioni rappresentano gli strumenti con i quali l’INSV intende consolidare il proprio ruolo di primo piano nell’ambito dello studio scientifico dell’opera di Verdi e, contestualmente, sviluppare ulteriormente collaborazioni già attive con realtà locali quali, per esempio, il Teatro Regio, l’Università di Parma, oltre alla Casa della Musica del Comune di questa città, oggi prestigiosa sede del nostro Istituto».

Un anno ricco, insomma, quello che si prospetta per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, gravido di eventi e di aspettative che, per esorcizzare il pericolo di velleità estemporanee, ci fa tornare alla mente quanto scriveva sulla rivista «Il cristallo» di Bolzano Andrea Mascagni – personalità che di cultura e di musica qualcosa ne masticava – cinquant’anni or sono (tratto da Scritti sulla musica, Auditorium – Hans & Alice Zevi Editions, 2018): «La cultura non è mai qualcosa che si libri al di sopra delle “miserie umane”, bene assoluto elargito dal padreterno. La cultura, il pensiero, tali sono in quanto si creino nella storia, nella lotta degli uomini per la “libertà”».

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