Un Viaggio a Reims leggero e divertente

L’opera di Rossini diretta da Michele Spotti approda al Teatro Ponchielli di Cremona

Il Viaggio a Reims (foto di Alessia Santambrogio)
Il Viaggio a Reims (foto di Alessia Santambrogio)
Recensione
classica
Teatro Ponchielli, Cremona
Il Viaggio a Reims
19 Ottobre 2018 - 21 Ottobre 2018

Secondo appuntamento della stagione 2018 del Teatro Ponchielli di Cremona, Il viaggio a Reims incarna l’omaggio di questo teatro a Rossini in occasione dei 150 anni dalla morte, celebrazione anticipata da un’altra proposta rossiniana rappresentata dalla Cenerentola allestita un anno fa, in quel caso in occasione dei 200 anni dal debutto del titolo stesso.

Allestimento fresco e brioso, questo Viaggio è il risultato di una nuova produzione realizzata dai teatri del circuito OperaLombardia (Como, Bergamo, Pavia e, appunto, Cremona), capace di proporre una lettura nel complesso leggera e divertente attraverso un’efficace coerenza dei due versanti musicale e scenico. Cantata scenica scritta per onorare l’ascesa al trono francese di Carlo X, incoronato il 29 maggio 1825 nella cattedrale di Reims, e andata in scena per la prima volta al Théâtre Royal Italien di Parigi nel giugno di quell’anno, questo lavoro ha trovato nella regia del polacco Michał Znaniecki una visione attualizzante che ha immerso la vicenda in un esclusivo Hotel-Spa – appunto l’albergo del Giglio d’Oro, come recita il sottotitolo del dramma giocoso in un atto di Luigi Balocchi – tutto marmi, saune e design ricercato. Un luogo dove la narrazione e gli intrecci tra i personaggi hanno trovato ospitalità in un habitat naturale e più che funzionale, anche nei momenti in cui il divertente scorrere dell’azione sfociava in esplicite oasi goderecce – i variegati rapporti sessuali mimati durante un blackout, per esempio – mantenendo nel complesso un andamento narrativo coerente ed efficace, coadiuvato dalle belle scene di Luigi Scoglio e dai costumi Anna Zwiefka.

Su questo sfondo si sono mossi i tanti personaggi di questo vero e proprio lavoro corale i cui interpreti, per impegno e capacità di aderire al segno registico, meritano di essere citati tutti: Maria Laura Iacobellis (Corinna), Irene Molinari (La Marchesa Melibea), Paola Leoci (La Contessa di Folleville nella recita che abbiamo seguito del 21 ottobre) Marigona Qerkezi (Madama Cortese), Matteo Roma (Il Cavaliere Belfiore), Ruzil Gatin (Il Conte Libenskof), Andrea Patucelli (Lord Sidney), Vincenzo Nizzardo (Don Profondo), Giuseppe Esposito (Il Barone di Trombonok), Guido Dazzini (Don Alvaro), Massimiliano Mandozzi (Don Prudenzio), Nico Franchini (Don Luigino), Francesca Benitez (Delia), Francesca Di Sauro (Maddalena), Elena Caccamo (Modestina), Ermes Nizzardo (Zefiro/Gelsomino) e Luca Vianello (Antonio).

Il giovane Michele Spotti alla guida dell’orchestra I Pomeriggi Musicali e del coro OperaLombardia ha gestito il versante musicale con gesto spigliato e brillante, capace di far scorrere le pagine di quest’opera con buon equilibrio strumentale e con efficace attenzione al dato vocale che abitava il palcoscenico. Una lettura, quella del direttore brianzolo, che ha saputo dare coerente valore aggiunto ad un allestimento salutato con applausi convinti da parte del pubblico presente.

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