Matera val bene una Passione
Avviata al festival Duni l’esecuzione integrale delle Passioni di Giovanni Maria Trabaci
Il turismo straniero invade senza sosta le stradine del centro storico di Matera, già patrimonio Unesco, anche nei primi - piovosissimi - giorni di ottobre. Le piazzette che si affacciano sui Sassi hanno il suono di una babele, i gradini del palazzo del Sedile, di epoca cinquecentesca, luogo focale di uno dei punti più animati del centro storico, un tempo sede delle riunioni delle adunanze municipali e oggi sede del Conservatorio “Egidio Romualdo Duni”, fungono da seduta improvvisata per le numerose comitive che qui cercano uno scenario ideale per un selfie panoramico di gruppo. La collocazione strategica del Conservatorio fa sì che per Matera prossima capitale della cultura la musica diventi uno degli ambiti privilegiati di investimento. La crescita e la politica culturale del festival Duni, creatura artistica di Saverio Vizziello, trombonista e attuale direttore del Conservatorio cittadino, è l’emblema di come l’accresciuta visibilità della città, dunque l’aumento esponenziale di presenze turistiche, imponga forti e radicali scelte in termini di programmazione: Vizziello, dopo diciannove anni di festival Duni, ha affidato la direzione artistica al musicologo Dinko Fabris, docente all’Università della Basilicata, che in un mese (dall’1 al 31 ottobre), propone in successione sedici concerti su strumenti storici e con voci specializzate, nel centro storico di Matera, fondendosi anche coi suoni di MaterElettrica, progetto d’avanguardia creato e diretto dal compositore Fabrizio Festa. Nelle passate edizioni il festival ha lasciato (attraverso incisioni, produzioni in prima moderna, convegni e pubblicazioni) significative tracce legate alla musica originale di Duni (nato a Matera nel 1708 e morto a Parigi 1775, Duni è stato musicista di grande reputazione europea, legato a Farinelli, collaboratore di Goldoni e considerato il padre dell’opéra-comique francese). Per l’edizione 2018, afferma Fabris: «il festival esplora i repertori musicali del tempo di Duni e dei suoi predecessori, con uno sguardo dal sud, pensando ai tanti compositori meridionali e anche lucani che hanno costruito la storia della musica e della cultura europea: si pensi a Gesualdo (da Venosa) e a Giovanni Maria Trabaci (da Irsina), e poi Marcantonio Mazzone (da Miglionico), Gregorio Strozzi (da San Severino), e i membri della famiglia Duni».
Inaugurato con un concerto di arie del pugliese del Seicento Luigi Rossi affidato ad Antonio Florio e la sua Cappella Neapolitana con i giovani del progetto napoletano ScarlattiLab, il festival ha avuto un momento di grande interesse artistico e scientifico lo scorso fine settimana con la prima esecuzione storica moderna in Basilicata (l’anno scorso il progetto era stato proposto in forma privata nella Cappella del Tesoro di San Gennaro) della Passione secondo Matteo (Passio D. N. Jesu Christi secundum Matthæum) di Giovanni Maria Trabaci da Montepeloso, oggi Irsina. Nato nell’ultimo trentennio del Cinquecento (1580?-1647), Trabaci ha operato a Napoli anche come Maestro della Real Cappella (1614). Per questa istituzione, il musicista ha composto un corpus di quattro Passioni¸ pubblicate in una sontuosa veste editoriale nel 1634, della quale un esemplare è conservato nella biblioteca del Conservatorio di Napoli. L’esecuzione della Passione secondo Matteoha dato l’avvio a un progetto di riesecuzione integrale delle quattro Passioni di Trabaci, promosso da Giuseppe Barile per il Centro Studi intitolato al musicista di Irsina, e che oltre a Matera capitale coinvolge due importanti istituzioni quali il Conservatorio di Napoli e il Pontificio Istituto di Musica Sacra.
Sabato sera il concerto si è svolto in uno dei luoghi più suggestivi dei Sassi, la chiesa rupestre di San Pietro Barisano. Il restauro non ha alterato il fascino di questa costruzione millenaria, interamente scavata nel tufo, sulle cui pareti l’umidità lascia segni indelebili. Spoglia dagli arredi di un tempo, la chiesa si presta a ogni tipo di esperimento sonoro. Le voci soliste di Giuseppe Naviglio, Aurelio Schiavone, Leopoldo Punziano e Roberto Gaudino, il coro Mysterium Vocis diretto da Rosario Totaro, sostenuti da Carlo Maria Barile (organo), Pierluigi Ciapparelli (tiorba) e Stefano Magliaro (viola da gamba) hanno inondato le navate della chiesa di suoni antichi, riproposti in un nuovo allestimento sonoro, in cui la musica del Seicento (su testo in latino) è stata interpolata con brevi ma interessanti raccordi elettroacustici che hanno semplificato l’ascolto. Il giorno successivo è stato aperto da un convegno su Trabaci, cui è seguita la replica serale dellaPassione nella Cattedrale di Irsina.
In origine fu Il Vangelo secondo Matteodi Pasolini. Poi The passion di Mel Gibson. Dietro la fama di Matera si nasconde sempre una “passione”.
Il programma del festival Duni prosegue come da calendario: www.festivalduni.it.
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