Il Ritorno di Ulisse al Reate Festival e in trasferta a Roma

L’opera di Monteverdi inaugurerà il festival di Rieti e verrà anche rappresentata a Roma, per la prima volta in quattro secoli

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Alessandro Quarta
Alessandro Quarta

Anche questa edizione del Reate Festival avrà come protagonista il teatro musicale, ma c’è una novità, perché per la prima volta alcuni appuntamenti andranno in trasferta a Roma. Le prime tre recite dello spettacolo inaugurale si svolgeranno infatti al Teatro di Villa Torlonia dal 5 al 7 ottobre. Sarà la prima volta in assoluto che Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi sarà rappresentato a Roma, dopo quasi quattro secoli: sembra incredibile, ma una spiegazione può essere che questa è la meno rappresentata delle tre opere superstiti del compositore cremonese ed era una rarità assoluta fino a qualche anno fa. Secondo Alessandro Quarta, direttore musicale di questa produzione, questo è avvenuto non perché sia inferiore alle altre due ma perché è la più difficile. Il regista Cesare Scarton non si dichiara un fanatico delle trasposizioni delle opere del passato in epoca moderna, ma in questo caso ha deciso di fare un’eccezione, perché «opere come queste vanno rappresentate nel mondo moderno, nel nostro terribile mondo». E cita alcuni versi dell’Odissea (ovviamente è dal poema omerico che il librettista Giacomo Badoaro trasse il soggetto): “Straniero, non è mio costume – venga pur uno più malconcio di te – trattar male gli ospiti: tutti da parte di Zeus vengono gli ospiti e i poveri”. Questo spettacolo è realizzato in collaborazione con Filarmonica Romana, Teatro di Roma e Opera di Roma e ha il sostegno della Fondazione Alberto Sordi per i Giovani, che è intervenuta in quanto cantanti e strumentisti sono quasi tutti giovanissimi, tranne i più esperti Lucia Napoli, Mauro Borgioni e Alessio Tosi, cui sono stati affidati i tre personaggi più complessi, ovvero Penelope, Ulisse e Iro.

Alle tre recite romane seguirà quella del 10 al Teatro Flavio Vespasiano di Rieti, dove saranno rappresentati anche Don Giovanni di Mozart secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio– versione multietnica del capolavoro mozartiano – e due spettacoli per le scuole: una versione in un atto dell’Aida e il dittico formato da Pierino e il lupo Il primo concerto dell’Orso Paddington (musica di Herbert Chappelle e testo di Michael Bond). L’attenzione ai giovani è una linea fondamentale della programmazione del festival e include vari altri spettacoli e concerti realizzati per i giovani e spesso affidati a interpreti anch’essi giovani. Un terzo filone è quello della musica organistica, che prevede concerti di Alessandro Alonzi (21 ottobre) e Daniele Rossi (11 novembre): questo spazio speciale riservato all’organo è collegata alla presenza nella chiesa di San Domenico dell’organo Dom Bedos-Roubo, costruito nel 2009 dall’organaro Bartolomeo Formentelli, che ha seguito i dettami dei trattati L'Art du Facteur d'Orgues di Dom Bedos de Celles, pubblicato dal 1766 al 1778, e L'Art du Menuisierdi André-Jacob Roubo, pubblicato circa negli stessi anni.

 

 

 

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