Il futuro del Maggio

Firenze: presentate le prossime stagioni fino all'aprile 2020

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Teatro del Maggio Musicale Fiorentino
Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Sulle lunghe distanze: al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino sono state presentate le prossime stagioni fino all’aprile del 2020, e la prima notizia è bella, perché Zubin Mehta sarà ancora sul podio a Firenze per tre programmi sinfonici  in stagione e nel festival, a febbraio e a maggio 2019. Dopo le preoccupazioni di qualche mese fa sulla sua salute e la rinuncia a dirigere Il Prigioniero di Dallapiccola, si è però visto Zubin Mehta in ottima forma direttoriale per i due concerti del 28 e 30 maggio in cui ha proposto Sostakovic, la Prima e la Quinta (a conclusione del lungo e articolato ciclo sinfonico dedicato al compositore russo), un autore che Mehta a Firenze non aveva fatto mai e su cui ha impresso un segno interpretativo originalmente calibrato, insieme composto e incisivo. Andando ad esaminare ciò che succederà in questo teatro nei prossimi quasi due anni, si conferma la linea fin qui seguita dal sovrintendente Cristiano Chiarot e dal coordinatore artistico Pierangelo Conte, produttività rilevante, la scommessa su cast e bacchette giovani,  e un giudizioso equilibrio di repertorio popolare e di scelte più selezionate e innovative, una formula a cui va il merito indubbio di aver riempito ancora questo teatro, anche di pubblico nuovo. Il direttore principale Fabio Luisi è molto presente nel cartellone sinfonico e operistico, dalla Seconda di Mahler il prossimo 4 ottobre, alle diverse apparizioni nella stagione sinfonica (stavolta imperniata su Mahler e Schubert ma con non pochi agganci e digressioni e panoramiche),  alle opere, da un Olandese Volante con la regia di Paul Curran a gennaio 2019,  alla riproposizione di un classico del secondo Novecento come Lear di Aribert Reimann con la regìa di Calixto Bieito nel festival del Maggio 2019, il numero 82, fino alla rarità spontiniana Fernand Cortez che inaugurerà la stagione lirica 2019-2020. A ottobre riparte anche la lirica con le pucciniane, giovanili Villi abbinate ad una nuova versione dell’omaggio a Rossini di Vittorio Montalti, Ehi Giò, Marco Angius sul podio e regìa di Francesco Saponaro, e sempre Vittorio Montalti è autore dell’opera commissionata Le leggi fondamentali della stupidità umana, ispirata al ben noto testo dello storico Carlo Maria Cipolla al Maggio 2019. L’altra commissione del teatro è Noiduequattro di Riccardo Panfili, testo e regia di Elisa Fuksas, a settembre 2019 in abbinamento con i Pagliacci. Fra le opere, accanto a edizioni rodate o nuove di opere di grande repertorio, tante davvero fra Verdi, Donizetti, Mozart, Rossini & C., fra cui una ripresa della discussa Carmen di qualche mese fa, avremo modo di vedere, in stagione fino al 2020 e al festival 2019, West SideS tory,  LaStraniera, un nuovo Trittico con la regia di Denis Krief, Resurrezione di Franco Alfano, e segnaliamo anche a partire dal festival 2019 la partenza del progetto che vedrà la Trilogia italiana di Mozart affidata a tre registe, e la prima produzione, Le nozze di Figaro, a giugno 2019, vedrà il debutto nella regìa lirica di Sonia Bergamasco. Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti. Anche il cartellone sinfonico è all’insegna della varietà, da eventi di sicuro richiamo mediatico come la nuova versione dello Stabat Materdi Nicola Piovani con Gigi Proietti voce recitante a novembre, al ritorno su questo podio di direttori come Esa-Pekka Salonen, Myung-Whun Chung e Daniele Gatti, a qualche raffinato programma per conoscitori come quello diretto in febbraio da Alpesh Chauhan con le danze da Love’s Labour Lost di Mario Castelnuovo-Tedesco e da Powder Her Facedi Thomas Adès. Si conferma la tendenza a far rete con la città e le sue identità culturali e artistiche, in particolare con  le rinnovate collaborazioni con artisti e compagnie viventi e operanti a Firenze,  come Federico Maria Sardelli a cui sono affidate diverse produzioni (Rinaldo,Clemenza di Tito, gli Intermedi fiorentini del 1589, noti antesignani della nascita dell’opera, questi al Giardino di Boboli), il regista Giancarlo Cauteruccio, la Compagnia Nuovo Balletto di Toscana. 

 

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