L’energia pura dell’ultimo Carter
I Late Works del centenario gentiluomo per la prima volta in un disco con un cast di prim’ordine e quattro registrazioni in prima mondiale
In occasione di un concerto celebrativo, l’amico Daniel Baremboim affermò che Elliott Carter rappresenta sulla scena internazionale un fenomeno unico nel suo genere, non tanto per la longevità che ha arricchito l’esperienza compositiva, quanto per il vitale bisogno di continuare a esprimersi in musica. Sulla qualità delle sue ultime composizioni garantisce ora con un disco dell’etichetta Ondine, non a caso intitolato Late Works.
Premiato all’ultima edizione dei BBC Music Magazine Awards, il disco contiene ben quattro brani in prima registrazione mondiale, due dei quali dedicati proprio a Barenboim. Interventions per pianoforte e orchestra corrisponde a una sorta di poema sinfonico, pensato per la direzione di James Levine ai tempi della Boston Symphony Orchestra, cui interferisce il fervore del solista impegnato ad affrontare un Concerto per pianoforte. Al tentativo dell’orchestra di raccogliere il suo canto in un respiro sempre più ampio, l’impeto del pianoforte irrompe a più riprese per sabotarne i piani in uno scontro tra titani dalle tinte molto accese. Scritto in occasione del settantesimo compleanno di Barenboim, Dialogues II è il Concerto per pianoforte fulcro di un bellissimo progetto del Teatro alla Scala di Milano che ha visto il festeggiato nel ruolo di solista. Nonostante i punti di contatto sul piano formale, Dialogues II si differenzia dal precedente Dialogue sin dal suo avvio orchestrale oltre che per l’omogeneità del movimento.
Un’altra composizione frutto dell’impegno di Barenboim è Soundings (2005) una sorta di moderno Concerto Grosso per l’alternanza del tutti a un ristretto gruppo di strumenti all’interno del quale interviene il pianoforte a inasprire l’impeto iniziale di questa musica energica, la cui trasparenza risulta ora persino tagliente, prima di riapparire nel finale sull’alternanza delle note staccate Sib e Re (Bb e D), non a caso le iniziali del suo committente. In Two controversies and a Conversation (2010), le percussioni di Colin Currie ricercano un dialogo sia col pianoforte solo che sullo sfondo delle cangianti sonorità orchestrali. Inizialmente concepito in un momento unico, raggiunge la sua forma finale a seguito di due brevissimi preludi inseriti successivamente su suggerimento di Oliver Knussen che dirige tutti i lavori presenti in questo disco a capo del Birmingham Contemporary Music Group e della BBC Symphony Orchestra.
Sono opere ormai lontane dagli echi di Charles Ives e dagli insegnamenti di Nadia Boulanger, se non di parte del suo successivo periodo creativo del quale si ritrovano le tracce nell’arcipelago di brevi episodi musicali tutt’al più connessi tra loro, nel caso di Instances, o raccolti al pari dell’antica Suite come nel Trio Epigrams, scritto nell’ultimo anno di vita di Carter. Dedicatario ne è Pierre-Laurent Aimard; insieme a lui, tra gli interpreti del disco, Isabelle Faust al violino e Jean-Guihen Queyras al violoncello.
Pierre-Laurent Aimard, pianoforte
Colin Currie, percussioni
Isabelle Faust, violino
Jean Guihen Queyras, violoncello
Birmingham Contemporary Music Group
BBC Symphony Orchestra
Oliver Knussen, direttore