Valencia punta sulla tradizione
Presentata la nuova stagione del Palau de les Arts
Il Palau de les Arts di Valencia, ancora senza un nome per il sovrintendente che prenderà il posto di Davide Livermore dimessosi a inizio stagione, ha nondimeno presentato il suo cartellone per il 2018/2019. I tempi lunghi per la scelta della direzione artistica erano stati già preannunciati, vista la decisione di selezionare il successore di Livermore e di Helga Schmidt con un bando pubblico che, per questioni di legge e burocrazia, si è potuto aprire solo pochi giorni fa. Nel frattempo però si sono avute ad aprile anche le dimissioni di Fabio Biondi che, insieme a Roberto Abbado, era tra i direttori d’orchestra stabili del teatro. Se si pensa anche che il teatro non può contare su finanziamenti pubblici paragonabili a quelli del Teatro Real di Madrid e del Liceu di Barcellona e che gli scandali recenti e le incertezze non invogliano di certo gli sponsor privati, in queste condizioni è già un successo che il patronato alla guida provvisoria del teatro sia riuscito a mettere in piedi una proposta musicale tutto sommato in linea con quanto offerto negli anni recenti dal Palau. Insomma, per un cartellone che presenti la chiara impronta di un progetto culturale bisognerà aspettare di conoscere la nuova direzione artistica.
Nel frattempo al Palau hanno puntato sui quattro sicuri ingredienti che finora, insieme a una politica di prezzi moderati, hanno funzionato e hanno garantito grande affluenza di pubblico, tra cui sempre molti turisti. Ovvero: titoli di sicuro richiamo (Turandot, Flauto Magico, Rigoletto, Lucia di Lammermoor), un paio di opere più rare (Masnadieri e Iolanta), la presenza di Placido Domingo, in qualità di direttore d’orchestra e direttore del Centro di perfezionamento vocale che porta il suo nome, e infine l’attenzione per le realtà locali, con opere di compositori valenciani (La Malquerida, una rara zarzuela di Penella, l’autore del Gato Montés) e interpreti valenziani (tra i direttori: Jordi Bernácer, Ramón Tebar, Pablo Rus).
Per quanto riguarda le produzioni, la Turandotin scena ad ottobre e diretta da Alpesh Chauhan, sarà una ripresa dell’allestimento già realizzato da Chen Kaige per lo stesso Palau, mentre la vera e propria apertura di stagione a dicembre vedrà una nuova produzione, realizzata con Macerata: il Flauto Magico con la regia di Graham Vick e la direzione di Lothar Koenigs. Una quasi-novità sarà anche la Lucia di Lammermoor in chiusura di stagione, con la regia di Jean-Louis Grinda, che ha da poco debuttato in Giappone ed è prodotta dall’Opera di Monte-Carlo. A dirigerla sarà Roberto Abbado, a cui sono affidati anche i due titoli verdiani: i Masnadieri con la regia di Gabriele Lavia, in febbraio, e Rigoletto con la regia di Emilio Sagi, in maggio. A marzo, l’allestimento di Mariusz Treliński della Iolanta di Čajkovskij sarà invece affidato alla direzione musicale di Henrik Nánási.
Infine, accanto a numerose serate di selezioni di brani d’opera e di zarzuela con cui si festeggiano i dieci anni del Centro di perfezionamento Placido Domingo, sono da menzionare nella programmazione dei concerti tre concerti-omaggio: il primo è dedicato congiuntamente a Debussy, nel centenario della morte, e a Matilde Salvador, compositrice valenciana nata nel 1918, di cui verrà eseguito il balletto del 1958 El ruiseñor y la rosa; il secondo è un omaggio a Bernstein a cent’anni dalla nascita, con un bel programma diretto da Christopher Franklin e con Francesca Dego al violino, che prevede la giovanile ouverture « The school for Scandal di Barber, Serenade e le danze da West Side Story di Bernstein, e la versione sinfonica del balletto Rodeo di Copland; il terzo è un concerto dedicato a Joaquin Rodrigo, a vent’anni dalla morte, con opere di raro ascolto come Soleriana, Zarabanda lejana y villancico, Dos miniaturas andaluzas, Tres viejos aires de danza.
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