Da Bernstein a Beethoven e da Pappano a Petrenko
Presentate le stagioni sinfonica e cameristica 2018-2019 dell’Accademia di Santa Cecilia
Il 12 ottobre l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugurerà la sua stagione 2018-2019 con l’esecuzione in forma di concerto di West Side Story di Bernstein, seconda parte delle celebrazione del centenario dell’amato e rimpianto direttore onorario dell’orchestra romana, la cui prima parte si è svolta lo scorso febbraio – sempre con la direzione di Antonio Pappano – e comprendeva l’integrale delle Sinfonie, che in quell’occasione sono anche state incise e usciranno tra breve in cd. Il secondo concerto vedrà sul podio il direttore principale ospite Mikko Franck, con musiche di Ciajkovskij, Lalo (il Concerto per violoncello con Sol Gabetta come solista) e Sibelius: subito dopo questo programma verrà portato in tournée in Italia, Austria e Germania. Seguirà la prima italiana di The Gospel according to the other Mary, opera oratorio di John Adams su testo di Peter Sellars. Per la prima volta a dirigerla sarà il compositore stesso, che in un intervento registrato l’ha definita «un’opera sulle donne, sulla giustizia sociale e, naturalmente, sulla Passione di Cristo».
Torna poi sul podio il direttore musicale Antonio Pappano, che nel corso della stagione dirigerà sette programmi in tutto, ognuno replicato tre volte. Intervenendo alla conferenza stampa accanto al presidente-sovrintendente Michele dall’Ongaro, Pappano ha voluto sottolineare i suoi due concerti dedicati alla seconda scuola di Vienna, la cui presenza a Santa Cecilia è da qualche tempo diventata rara. Di Aban Berg dirigerà il Concerto per violino, è dedicato “alla memoria di un angelo”: questo gli ha suggerito di accostarlo a un Requiem, naturalmente quello di Mozart. Per Arnold Schoenberg la scelta di Pappano è caduta su Pelleas und Melisande, accostato sorprendentemente a Gershwin, poiché i due si conobbero durante l’esilio americano del compositore austriaco.
Oltre a Pappano e Franck, altri direttori presenti più volte al Parco della Musica saranno il direttore onorario Yuri Temirkanov con un programma viennese (Haydn e Mahler) e uno russo (Ciajkovskij e Prokof’ev con la Filarmonica di San Pietroburgo) e Manfred Honeck, ormai un beniamino del pubblico romano. Ritornano Myung-Whun Chung, Jakub Hrusa, Andres Orozco-Estrada (Noche oscura di Petrassi e Sinfonia n. 7 di Shostakovich), Semyon Bychkov (il raro Concerto per due pianoforti di Bruch con le sorelle Labèque), Sakari Orano, Stanislav Kochanovsky (Lexicon lll, una novità di Ivan Fedele), Ton Koopman (Mozart), Daniele Gatti (Brahms) e Gustavo Dudamel, assente da vari anni, che il 17 giugno chiuderà la stagione con Beethoven. Da segnare con un asterisco il concerto di Kirill Petrenko, che è difficilmente raggiungibile da quando è stato designato direttore dei Berliner Philharmoniker: dirigerà la Nona di Beethoven. A settantacinque anni suonati John Eliot Gardiner debutterà sul podio dell’orchestra di Santa Cecilia con due autori molto lontani dai suoi antichi amori barocchi: Berlioz e Dvorak. Oltre a Gatti, sono in cartellone altri due direttori italiani: Fabio Biondi (Mozart) e Donato Renzetti, che con la Xi’an Synphony Orchestra dirigerà il Concerto per pipa di Tan Dun, ad inaugurazione dell’anno dedicato alla Via della Seta.
Come negli ultimi anni, sono molte e prestigiose le presenze dell’orchestra in campo internazionale. Ad agosto sarà ai Proms di Londra con Pappano (Haydn, Bernstein e Mahler). Ad ottobre la citata tournée con Franck. A novembre due settimane in estremo oriente con Pappano. Sempre con Pappano al Festival Rostropovich di Mosca in marzo e a Lussemburgo, Vienna, Praga, Dresda e Londra in maggio.
Ai concerti sinfonici si aggiunge una stagione cameristica di diciannove concerti, la cui inaugurazione sarà dedicata ad un’altra ricorrenza del 2018, i centocinquant’anni dalla morte di Rossini: il 15 ottobre sarà eseguita la sua Petite Messe Solennelle con un quartetto vocale (Devia, Mingardo, Romanovsky e Pertusi) e un duo pianistico (Campanella-Leone) di grandissima qualità e col coro dell’Accademia preparato come sempre da Ciro Visco, che ovviamente è una colonna anche della stagione sinfonica. Questa stagione cameristica offre, come ogni anno, una scintillante vetrina di grandi pianisti: Volodos, Schiff, Tharaud, Ax, Bronfman, Sokolov e Lupu. Inoltre sono molti i gruppi da camera, di varia natura e dimensione, come quello riunito intorno a Pappano, Martha Agerich e Mischa Maisky e quelli formati dagli eccellenti professori dell’orchestra romana. Da segnalare la prosecuzione della smisurata integrale delle Sinfonie di Haydn con l’ottimo Giardino Armonico diretto da Giovanni Antonini e il ritorno dopo vari anni di Mark Minkovski e dei suoi Musiciens du Louvre.
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