È primavera, svegliatevi bambine: Cardi B e Kali Uchis

I dischi d'esordio di Cardi B e Kali Uchis, nuove dive annunciate della black music

Cardi B
Cardi B
Articolo
pop

"Pussy so good I say my own name during sex": verità o sguaiataggine nigga? Quale che sia la risposta, sono scoppiato a ridere, come quando Cardi B ha detto che un uomo era così preso dalle sue tette da paragonarle ai gemellini di Beyoncé.

Belcalis Almanzar, conosciuta come Cardi B (se leggete prima la B otterrete una famosa marca di rum; del resto sua sorella si chiama Hennessy, come un celebre cognac), venticinquenne cresciuta nel Bronx, madre di Trinidad e padre della Repubblica Dominicana, un passato come membro della gang dei Blood prima e come spogliarellista poi (“the strip club Mariah Carey”), fidanzata con Offset dei Migos da cui aspetta un figlio, ha una lingua pungente. Una caratteristica che le ha permesso di raggiungere una certa popolarità su Instagram e di far parte del cast del reality Love & Hip Hop: New York: l’ingresso nel mondo del rap sembra lo sbocco naturale e infatti ecco due mixtape nel 2016 e poi, nel giugno dello scorso anno, il singolo “Bodak Yellow”, quello del successo, del numero uno nella classifica Billboard Hot 100, con tanti saluti a Taylor Swift.

Il titolo dell'album, Invasion Of Privacy, può avere due piani di lettura: quello ironico, visto che Cardi B non ha mai nascosto nulla della sua vita privata, e quello sincero, dal momento che le tredici canzoni che compongono il disco ci rendono tutte le sfaccettature della personalità dell’artista newyorkese (quella caustica, quella della ragazza povera diventata improvvisamente ricca che ostenta senza pudore gli abiti firmati e le fuoriserie, quella vulnerabile, ma anche quella politica, venata di elementi femministi. L’immagine classica della cosiddetta thot (that ho over there, quella puttana là), molto presente in molto rap declinato al maschile, riconquista la sua dignità, una realtà emotiva, fatta di sentimenti e di sarcasmo, seguendo le orme di personaggi quali Nicki Minaj e Lil Kim. 

Con una differenza però: Cardi B rappa da dio, il suo flow è perfetto, la sua scansione delle rime è quasi old school. In conclusione ci troviamo tra le mani un disco sincero: non fatevi trarre in inganno dall’hype che circonda il suo nome (nelle scorse settimana Cardi è stata anche co-conduttrice dello show di Jimmy Fallon). Cardi B è un’artista che ha lavorato duro, senza risparmio, e che si mette in piazza con schiettezza, senza filtri e senza dimenticare il suo passato (“Torno spesso nel Bronx, senza particolari ragioni”). 

“Una vera cagna, le uniche cose finte sono le tette” (Cardi B, “Get Up 10”)

Cardi B

Karly-Marina Loaiza, vero nome di Kali Uchis, non è proprio una sconosciuta, potendo vantare collaborazioni con Snoop Dog, Diplo e Miguel, e una nomination per il Latin Grammy Award per la sua partecipazione al brano “El Ratico” della superstar colombiana Juanes. Accostata a più riprese a Billie Holiday e ad Amy Winehouse, sorprende che sia arrivata solo ora a registrare il suo disco d’esordio. Ventitré anni, nata in Virginia, Kali ha trascorso l’adolescenza in Colombia, da cui è tornata per risiedere a Los Angeles con la famiglia a causa della guerra. “Isolation” è un disco pervaso dalla nuova atmosfera che si respira nella Città degli Angeli, fatto com’è di diversità di generi (r’n’b, funk, reggaeton, nu-soul con beat hip-hop, e altro ancora), di apertura mentale, di curiosità e di sperimentazione.

I collaboratori sono di alto livello, dai Gorillaz in “In My Dreams” a Tyler, The Creator con il “parlamentare funkadelico” Bootsy Collins in “After The Storm”, dall’artista reggaeton Reykon in “Nuestro Planeta” al rapper BIA in “Miami”, il brano più apertamente politico della raccolta, una denuncia della falsità del Sogno Americano dalla prospettiva di un immigrato.

Una cosa è certa: i due dischi in questione stanno girando in loop sugli smartphone dei cosiddetti Dreamers, i giovani immigrati irregolari cresciuti negli Stati Uniti che l’amministrazione Trump vorrebbe espellere. Anche solo per questo (ma, vi assicuro, c’è ben di più) meritano un ascolto.“Sono interiormente felice, non ho motivo di nasconderlo, sono una ragazza sognatrice” (Kaly Uchis, “In My Dreams)

“Sono interiormente felice, non ho motivo di nasconderlo, sono una ragazza sognatrice” (Kaly Uchis, “In My Dreams”)

Kali Uchis

 

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

pop

Una riflessione sulla vita di Quincy Jones, scomparso a 91 anni

pop

Che cosa non perdere (e qualche sorpresa) a C2C 2024, che inizia il 31 ottobre

pop

Fra jazz e pop, un'intervista con la musicista di base a Londra