Il mistico Currentzis
L'anticonvenzionale direttore con MusicAeterna, alla prima apparizione al Ravello Festival
È prima pseudo-mistica, ma profonda, con brani a cappella da Purcell a Pärt, poi più tornita e balzante con il Requiem di Mozart, l'atmosfera che avvolge il coro ed orchestra MusicAeterna di Teodor Currentzis, alla prima apparizione al Ravello Festival. Profondo studio, dominio tecnico e grande talento. Nel buio del belvedere di Villa Rufolo giunge da lontano la voce di Lydia Stamellou, seguita dal coro in una processione con tanto di lumini e con acustica propriamente stellare, in O vis aeternitatis di Hildegard von Bingen. Pura esperienza sonora dovuta soprattutto all'utilizzo in scena di una gestualità carica, espressiva, da subito accattivante. Dalle due partiture di Alfred Schnittke, il secondo movimento dal Concerto per Coro a cappella è di sontuosa sonorità, ed esalta gli affondi dei bassi e lo spessore straordinario delle voci. Pregevole l'idea di accostare il Credo di Igor Stravinsky per coro a cappella, virtuosistico e pieno di guizzi sonori, poi sbocciati nuovamente in un raffinatissimo I will sing unto the Lord di Purcell. Nel mezzo, Salve Regina per coro di Arvo Pärt, ma con accompagnamento di organo, che altera anche se solo in superficie il tessuto sonoro corale intarsiato fin lì da Currentzis. Molto tecnico ma anche rituale ed inquieto, consegnato ad una esecuzione puramente timbrica dove le sfumature dei bassi finali fanno tutto il pezzo. Ma per chi non avesse mai ascoltato Currentzis il resoconto fin qui potrebbe far pensare ad interpretazioni moderne sì, ma anche convenzionali, dove a catturare sono più le atmosfere che la musica. Invece no. Ecco il Requiem di Mozart nella seconda parte, un concentrato di energia e concretezza esecutiva, accolta da applausi trionfali. La scelta di un brano per coro misto e orchestra è pertinente, emblema forse di musica "eterna". Currentzis l'ha concertato con piglio di maturo stampo sinfonico, dove tutte le voci, imitazioni, crescendo affioravano, guadagnando alle varie sequenze spessore e compattezza. Un'interpretazione senza veri eccessi o sgrammaticature, non sperimentale bensì di impostazione puramente devota al fraseggio ed alla chiarezza comunicativa del testo - forse un pizzico in meno di follia ci sarebbe stato, nei ritmi fin troppo impetuosi del Kirie ad esempio. Tuttavia mille volte meglio così che con i tempi finalizzati ad un misticismo interiore qualunque e soprattutto monotoni, come ogni tanto nella musica sacra occidentale pure capita. Un plauso all'orchestra che ha suonato benissimo, balzante in Rex Tremendae, con apici di volumi e grande compattezza in Lacrimosa, e dove Hostias risultava una vera e propria maestria d'insieme. Speciali anche i singoli interventi solistici, mai lasciati veramente soli da Currentzis che gli cantava tutto. Buone le prove di tutti a partire dal soprano Julia Lezhneva, il mezzosoprano Catriona Morison, il tenore Thomas Cooley ed il basso Tareq Nazmi. Currentzis anticonvenzionale? No. Semplicemente musicale.
Interpreti: Julia Lezhneva, Catriona Morison, Thomas Cooley, Tareq Nazmi
Orchestra: MusicAeterna
Direttore: Teodor Currentzis
Coro: MusicAeterna
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