L'Orchestra di Padova e del Veneto suona Fedele
Una nuova commissione anticipa le Lezioni di suono, tra contemporaneità e classicità
Recensione
classica
Un concerto per inaugurare una nuova residenza artistica che, nelle prossime settimane, vedrà Ivan Fedele protagonista della seconda edizione di Lezioni di suono, un ciclo di tre appuntamenti all’interno dei quali il compositore ripensa alla tradizione, confrontandosi musicalmente con il classicismo viennese. Frutto della nuova commissione della Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto, Lexikon III trae i suoi temi direttamente dalle Lezioni americane di Italo Calvino divenendo il capitolo finale di un ciclo formato da varie composizioni sinfoniche. Ripetuti incontri puntuali, dovuti a cangianti combinazioni episodiche dei fiati, sollevano una serie di movimenti a spirale degli archi, capaci di dissolversi solo nella seconda parte, all’incontro con un apporto elettronico essenzialmente descrittivo, programmato per evidenziare il carattere della musica in atto.
Nonostante il Primo Concerto per violino di Profofiev si sia contraddistinto per una certa austerità timbrica nel canto del solista, Michael Barenboim ha sicuramente saputo conquistarsi il pubblico grazie ad un fiuto spontaneo e lineare alla conduzione del fraseggio, reso ancor più fluido dal respiro di alcuni momenti orchestrali, stagliati sotto forma di oasi sonore di puro godimento uditivo. Così anche per la Quarta Sinfonia di Schumann: laddove l’uniformità strutturale richiede uno sforzo ancora maggiore, Marco Angius attinge dalla sua Orchestra lo slancio necessario per siglare, in termini di affinità e trasporto, un’esecuzione di altissimo profilo artistico che completa e si arricchisce ora dell’intero ciclo sinfonico schumanniano, proposto nella versione critica disposta da Mahler.
Interpreti: Michael Barenboim
Orchestra: Orchestra di Padova e del Veneto
Direttore: Marco Angius
Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche
classica
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento
classica
Il primo pianista francese a vincere il Čajkovskij di Mosca conquista il pubblico milanese con un interessante quanto insolito programma.