Quest'anno OperaInCanto ha portato in scena una sola opera, mentre erano due fino alla precedente edizione. La riduzione dei finanziamenti anno dopo anno sta ormai mettendo a rischio la sopravvivenza stessa di questo piccolo ma prezioso festival umbro, che ha reagito a questa situazione critica con un'abile mossa, scegliendo un'opera di Britten che è sì dedicata all'infanzia ma è anche un piccolo capolavoro in assoluto del teatro musicale del ventesimo secolo, cosicché si è riusciti ad accontentare anche quest'anno sia il pubblico adulto delle recite serali che quello dei giovanissimi delle recite mattutine per le scuole, per un totale di otto rappresentazioni tra Amelia, Rieti (cui ha assistito anche un gruppo di bambini e ragazzi delle scuole di Amatrice) e Terni. Il titolo di cui stiamo parlando è il Piccolo spazzacamino (The Little Sweep). In questo atto unico c'è la denuncia dello sfruttamento del lavoro minorile degli spazzacamini, che era ancora attuale nella Gran Bretagna del 1949, ma questa tematica sociale è esposta con la levità di una fiaba. E vi si può anche riconoscere sullo sfondo il tema ricorrente in Britten della corruzione dell'innocenza dell'infanzia da parte degli adulti. I protagonisti sono sette gioavnisimi solisti e un piccolo coro di voci bianche, il Gruppo vocale "Anerio" di Terni preparato da Luca Garbini: è stata una soddisfazione constatare che anche nei piccoli centri italiani nascono ora gruppi corali giovanili di ottimo livello. Obbligatoriamente Britten ha scritto parti piuttosto semplici per le voci bianche, ma senza cadere in uno stucchevole semplicismo, perché ai bambini si alternano dei cantanti professionisti e tutti sono supportati da un piccolo gruppo strumentale, da cui il compositore inglese trae una raffinata varietà di colori, armonie e ritmi. Fabio Maestri ha guidato con mano sicura gli esecutori grandi e piccoli - cosa non così facile - e ha trovato il giusto equilibrio tra la leggerezza della favola e l'intensità espressiva del piccolo dramma a lieto fine. Simili le qualità dello spettacolo, vivace e colorato, adatto al pubblico giovanissimo, ma senza trascurare gli aspetti di denuncia sociale: lo firmavano Cesare Scarton per la regia, Michele Della Cioppa e Maria Rossi Franchi per le scene e Giuseppe Bellini per i costumi. In buca l'ottimo Ensemble Roma Sinfonietta.
Note: versione italiana di Franca Alfei e Piero Santi
Jonas di Carissimi e Vanitas di cinque compositori contemporanei hanno chiuso le celebrazioni per i trecentocinquanta anni dalla morte del grande maestro del Seicento