Mozart tra stile italiano e tedesco

L'esecuzione in forma di concerto di Così fan tutte chiude la stagione di S. Cecilia

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia Roma
Wolfgang Amadeus Mozart
23 Giugno 2016
Così fan tutte è un dramma a tesi, diverso dallo studio psicologico dei personaggi e dal loro divenire col procedere dell'azione, che la coppia Mozart-Da Ponte aveva realizzato nelle Nozze e nel Don Giovanni. Ma non è assolutamente un dramma astratto, al contrario è molto concreto per le attrazioni anche fisiche tra i personaggi e irresistibilmente teatrale nei travestimenti dei due ufficiali in albanesi e di Despina in medico prima e notaio poi. Il risultato è che, se lo si esegue in forma di concerto, da una parte vengono valorizzati alcuni aspetti, dall'altra qualcosa viene sacrificato, come sempre in tali circostanze. Ma, quando la qualità musicale della partitura è di altissimo livello, come è incontestabilmente il caso di Mozart, un'opera in forma di concerto è un'esperienza preziosa, quindi non va persa l'opportunità che S. Cecilia offre di ascoltarne una o due all'anno, anche perché l'esecuzione si attesta sempre su livelli che in teatro non sono facilmente raggiungibili. Semyon Bychkov è un eccellente direttore, ma non è un maniaco della perfezione e non spacca in quattro la battuta, col risultato che i cantanti certe volte perdono l'à plomb con l'orchestra: ma sono brevi e isolati momenti all'interno di un'esecuzione di ottima qualità, con archi trasparenti e leggeri e pungenti dialoghi tra gli strumentini. La compagnia di canto è bifronte, con i tre uomini che offrono un Mozart all'italiana, molto vivo e teatrale, e le tre donne un Mozart alla tedesca, un po' rigido nel canto e nell'espressione. Paolo Fanale (Ferrando), Markus Werba (Guglielmo) e Pietro Spagnoli (Alfonso) formano un trio inarrivabile: la fluidità e la naturalezza con cui alternano ai recitativi i loro tre brevi terzetti all'inizio dell'opera è straordinaria e realizza in modo esemplare la continuità discorsiva di quest'incipit così lontano dalle convenzioni dell'epoca. Nei momenti cantabili rispettano mirabilmente lo stile mozartiano ma non sono affatto inamidati e nei recitativi realizzano un perfetto mix di recitazione e canto, soprattutto Spagnoli, che offre una lezione magistrale di recitativo. Lezione non recepita dalle tre donne, i cui recitativi sono rigidi e spesso incomprensibili. Corinne Winters canta con molta proprietà, ma anche con un distacco forse spiegabile col fatto che era al suo primo incontro con Fiordiligi. Meno rigida la Dorabella di Angela Brower. La Despina di Sabina Puértolas cerca di essere spigliata e sbarazzina ma rischia di cadere nell'affettazione.

Note: Il concerto è registrato da Rai Radio3 per successive trasmissioni

Interpreti: Corinne Winters, Angela Brower, Paolo Fanale, Markus Werba, Sabina Puértolas, Pietro Spagnoli

Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore: Semyon Bytchkov

Coro: Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Maestro Coro: Ciro Visco

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