Vigilia di Natale con abuso
A Spoleto prima assoluta di Christmas Eve di Andrea Cera con drammaturgia di ricci/forte
Recensione
classica
Da anni il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto porta avanti con continuità e coerenza un suo progetto sull'opera contemporanea, che col passare del tempo l'ha indotto a mettere sempre più nettamente a fuoco il principale punto critico di questo genere di teatro musicale nei nostri giorni, cioè la drammaturgia. Nelle ultime edizioni ha cercato di risolvere il problema affidando sia il libretto (se si può ancora usare questo termine superato) sia la messa in scena a un'unica persona o a un unico gruppo teatrale, che quest'anno era ricci/forte (le iniziali minuscole non sono un refuso). I due, autori e registi tra i più rappresentativi del teatro d'avanguardia italiano, non si sono smentiti e hanno portato in scena un argomento forte, duro, urticante, cioè un caso di abuso da parte di un padre sulle sue due figlie, che viene rivissuto in modo diverso dalle vittime: una figlia non può perdonare, l'altra si sforza di dimenticare. E nel momento della morte del padre tutto s'ingorga nella loro psiche. Per meglio smascherare l'ipocrisia della famiglia borghese - se ce ne fosse ancora bisogno - tutto avviene alla vigilia di Natale, e su questo il titolo è chiaro: A Christmas Eve. In genere il teatro di ricci/forte è molto fisico, ma questa volta si è avuta la sensazione che fossero come intimiditi - per quanto, conoscendoli, possa risultare difficilmente credibile - da un genere teatrale per loro nuovo qual è l'opera. La regia sorprendentemente statica del solo Ricci e il testo insolitamente verboso di entrambi potevano essere funzionali all'ossessività claustrofobica dei pensieri in cui i protagonisti si dibattono, ma in tale contesto perdevano vigore i momenti teatralmente forti, che pure c'erano. L'apporto della musica era limitato, in quanto Andrea Cera lasciava gran parte del testo alla recitazione, anche perché cantarlo per intero avrebbe richiesto ore, e affidava soltanto alcuni squarci ai due cantanti (nella recita ascoltata i bravi Alec Roupen Avedissian e Candida Guida). Sia le voci che gli strumenti erano circoscritti a una funzione atmosferica di fondo e quindi l'ottimo Marco Angius questa volta non ha dovuto lavorare molto.
Interpreti: baritono: Marco Rencinai/Alec Roupen Avedissian; soprano: Beatrice Mezzanotte/Candida Guida; attori: Anna Gualdo, Giuseppe Sartori
Regia: Stefano Ricci
Scene: Andrea Stanisci
Costumi: Clelia De Angelis
Orchestra: Ensemble Strumentale dell'O.T.Li.S Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale
Direttore: Marco Angius
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