De Gregori in viva voce
Nuovo tour per il cantautore, che è apparso in forma smagliante
Recensione
pop
Oltre 2500 spettatori hanno affollato il Palaforum di Pordenone per la quarta data del nuovo Vivavoce Tour di Francesco De Gregori, apparso in forma smagliante e particolarmente bendisposto al confronto diretto col pubblico. Il cantautore romano ripercorre le tappe cruciali della sua carriera artistica rivestendo le sue canzoni di nuovi arrangiamenti freschi e pieni di energia, che ribadiscono e sottolineano, per chi non lo avesse ancora capito, il suo legame viscerale con la cultura musicale americana. Dal folk rock dylaniano al blues passando per il country e il rhythm‘n’blues, un supergruppo di dieci musicisti di grandissimo valore guidati dal bassista e produttore Guido Guglielminetti lo accompagna attraverso ventisei pezzi più o meno conosciuti del suo vastissimo repertorio. L’accostamento di canzoni di epoche diverse mette in luce in maniera evidente ciò che è cambiato negli anni nella sua scrittura: brani come "Finestre rotte", "La testa nel secchio", "Belle Époque", "Vai in Africa, Celestino", ad esempio, fanno riflettere sullo stile sofisticato e a volte ermetico dei suoi album più recenti, mentre le canzoni dei Settanta e Ottanta – "Viva L’Italia", "Santa Lucia", "La leva calcistica della classe ’68", "Alice", "La donna cannone", "Rimmel"… – brillano per quell’immediatezza e ingenuità tipica della gioventù, sempre indiscutibilmente bellissime e piene di pathos. Sono proprio queste ultime che, inevitabilmente, strappano gli applausi più calorosi del pubblico, regalando uno show intenso e veramente emozionante. I bis prevedono ben sei pezzi (tra cui una chicca, il canto folk "Volavola") per un totale di due ore e venti minuti ininterrotti di musica. A sessantaquattro anni De Gregori dimostra di essere un artista con molte cose da dire, e di avere ancora, soprattutto, un sincero e profondo entusiasmo per quel difficile mestiere che è la canzone d’autore. Chapeau.
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